Il manifesto satirico di Enrico Letta affiliato al battaglione Azov è stato preso troppo sul serio

Il segretario non è nuovo a questo tipo di scherno, che lo aveva già raffigurato in abiti militari, che criticano le sue posizioni sulla guerra in Ucraina, considerate troppo interventiste.

Una foto che circola su internet è stata usata da alcuni utenti per sostenere che il Partito Democratico voglia «obbedire alla Nato». Nell’immagine si vede il segretario del Pd Enrico Letta in una posa che ricorda quella che Benito Mussolini assumeva nei suoi discorsi dal balcone di Piazza Venezia, assieme a slogan che inneggiano all’organizzazione nordatlantica, al Reggimento Azov, alla guerra in Ucraina, e non solo. Alcuni utenti hanno anche citato il manifesto per insinuare che i Dem siano affiliati al Reggimento Azov, ma non sanno che si tratta di un’opera satirica.

Per chi ha fretta:

  • Le immagini non sono fotomontaggi: i manifesti sono stati veramente affissi sui muri di Roma;
  • Si tratta però di uno scherno satirico, che nulla ha a che vedere con la direzione ufficiale del Partito Democratico.

Analisi

Riportiamo una delle condivisioni del manifesto così commentato: «Quel logo in basso a destra, io l’ho già visto da qualche parte». Il testo porta ad intendere intendere che il messaggio affisso sui muri sia stato preso sul serio da chi lo sta diffondendo, che pare credere che il Reggimento Azov abbia in qualche modo patrocinato il Pd.

Qui sotto invece un’immagine più dettagliata del manifesto, su cui si può leggere: «Credere alla Nato, obbedire alla Nato, Combattere per Nato». È presente anche un messaggio che richiama ai discorsi di Mussolini: «La parola è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle alpi all’oceano indiano: VINCERE! e vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo».

Il manifesto era stato preso per vero già da aprile 2022.

Il manifesto sarebbe stato affisso dal «Partito Democratico della guerra», sotto il patrocinio, tra gli altri della Open Society foundation di George Soros, del World Economic Forum, e del Reggimento Azov.

La condivisione da un account collegato alla setta complottista dei V_V

Gli autori dei manifesti satirico

È sufficiente cercare su Google le parole «credere alla Nato, obbedire alla Nato», per riscontrare che le foto sono autentiche, in quanto non sono fotomontaggi. Si tratta, infatti, di manifesti di scherno, che a marzo 2022 sono stati affissi sui muri di Roma.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e testo

Il fatto è confermato da un articolo di Affari Italiani, del 28 marzo 2022, nel quale la vicenda viene raccontata. Letta era inoltre già stato oggetto dello stesso tipo di critica, che lo accusa di avere posizioni eccessivamente interventiste nei confronti della guerra in Ucraina, nella forma di altri manifesti derisori. In quel caso l’ex premier era stato raffigurato con addosso abiti militari.

Guerra in Ucraina, Letta in elmetto e slogan fascista: i falsi manifesti di  arruolamento del Pd
Fanpage | Il manifesto che raffigurava Letta in abiti militari, si può notare che anche qui è presente la scritta «Partito Democratico della Guerra»

Questo manifesto era stato rivendicato dal collettivo comunista Militant, che aveva diffuso su Facebook, il 10 marzo scorso, lo slogan «UN MANIFESTO FAKE, PER UNA SINISTRA FAKE», rendendo noto che «Quest’azione è solo la prima che [la sezione de] la città di Roma sta mettendo in campo […] contro l’interventismo militare e la Nato».

Lo stesso collettivo aveva precedentemente diffuso l’immagine oggetto di questo fact check sul proprio account Instagram, lasciando pochi dubbi sulla paternità dell’azione.

Conclusioni:

Dei manifesti che raffigurano il segretario del Pd Enrico Letta inneggiare alla guerra, con frasi e pose che richiamano quelle di Mussolini, sono stati affissi per la città di Roma allo scopo di criticare l’ex premier. Le foto dei manifesti sono poi circolate su internet e alcuni si sono convinti che fossero veri, ma così non è.

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