Omicidio Willy, i genitori: «Nostro figlio non si è ucciso da solo. Non vogliamo vendette, ma basta bugie dai fratelli Bianchi»

I genitori del 20enne ucciso nel settembre 2020 a Colleferro: «Nostro figlio non ha mai fatto male a nessuno, era un ragazzo modello. Ora non c’è più: ci aspettiamo una condanna grave»

«Willy non ha mai fatto male a nessuno, studiava e lavorava in un ristorante: era un figlio modello. Ora non c’è più, merita vera giustizia, ci aspettiamo una condanna grave». Sono le parole dei genitori di Willy Monteiro Duarte, il ventenne ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro, a margine del processo per l’omicidio del figlio e che vede imputati i fratelli Bianchi, per cui la procura di Velletri ha chiesto l’ergastolo. E ieri mattina, durante l’ultima udienza del processo davanti alla Corte d’Assise di Frosinone, Gabriele Bianchi ha dichiarato: «Non ho toccato Willy nemmeno con un dito. Io non sarei stato in grado, nemmeno se lo avessi voluto, di fare quello di cui mi si accusa. Vorrei tornare a quella notte e cambiare tutto, il pm mi ha descritto come non sono, ho sempre detto la verità». Parole che, a detta della madre di Willy, sono «senza senso» e che «fanno male al cuore e riaprono una ferita mai del tutto chiusa»: «Cosa devo dire? Io ho perso mio figlio e di certo non si è ucciso da solo, qualcuno è stato».


La difesa dei fratelli Bianchi

Il legale dei fratelli Bianchi, in aula, insiste sull’innocenza dei due: «Nessuno dei 25 testimoni oculari poteva vedere con chiarezza quanto successo la notte del pestaggio di Willy: la visibilità era scarsa o del tutto assente e per i testimoni era impossibile distinguere i ragazzi». E l’avvocato dei due giovani, Massimiliano Pica, ha aggiunto: «Gabriele non ha colpito Willy e Marco ha colpito un punto che non ha portato alla morte del ragazzo. Chiedo l’assoluzione per entrambi gli imputati per non ave commesso il fatto». Il padre di Willy ha ascoltato silenziosamente l’arringa difensiva, scuotendo il capo. Ma una volta conclusasi l’udienza, ha dichiarato: «Non voglio usare parole forti, ma certo è una vergogna se quei ragazzi non vengono condannati. Io e mia moglie lo abbiamo detto sin dal primo giorno: non chiediamo vendetta ma giustizia. Giustizia vera, però». La sentenza è attesa per il prossimo 14 luglio.


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