È durato più di un’ora l’incontro tra Mario Draghi e Giuseppe Conte, iniziato puntuale alle 12. «Gli ho consegnato un documento a nome di tutta la comunità del M5s – ha detto il leader del M5s subito dopo il vertice – ho esplicitato le ragioni del nostro disagio riassunte nel documento. Siamo disponibili a condividere una responsabilità di governo in modo leale e costruttivo, ma occorre un segno di discontinuità. In autunno ci sarà un aumento vertiginoso dei prezzi, non serve un bonus 200 euro una tantum. Dobbiamo intervenite per il cuneo fiscale dei lavoratori, per gli autonomi e per il salario minimo. Dobbiamo offrire a tutti i contribuenti che ora hanno il dilemma di arrivare a metà mese, dobbiamo offrire agevolazioni, rateizzando in modo straordinario senza interessi le cartelle esattoriali».
Le condizioni per restare al governo
Nel Movimento la tentazione dell’addio resta, anche se la linea stabilita nel Consiglio nazionale che ha preceduto l’incontro è stata quella di restare nel governo, a patto che il premier garantista la tutela delle battaglie grilline. A cominciare dal Reddito di cittadinanza, su cui Conte ha puntato i piedi: «Non permettiamo più che il Rdc sia messo quotidianamente in discussione. Vogliamo parole chiare su questo. E vogliamo risolvere l’incaglio sulla cessione dei crediti fiscali del Superbonus. Ci sono imprese sull’orlo del fallimento, famiglie che non possono completare i lavori». Intanto proseguono le trattative nella maggioranza per arrivare ad una accordo sul decreto aiuti ed evitare divisioni. Il dibattito in Aula alla Camera dovrebbe essere rinviato alle 14. E alle 16 nel tribunale di Napoli si discuterà il reclamo presentato dagli attivisti contro la decisione dei giudici che ha confermato la presidenza M5s all’avvocato del popolo. «Vogliamo risposte chiare e impegni precisi, in tempi ragionevoli – ha aggiunto Conte – La nostra posizione per il dl Aiuti sarà discussa nelle prossime riunioni. È già molto chiara, già anticipata in Cdm dove i nostri ministri non hanno partecipato al voto. C’è una norma eccentrica, che va contro la tradizione del M5s. Noi non siamo qui a predicare la transizione ecologica di giorno e nuove trivellazioni di notte».
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