M5s, slitta il Consiglio nazionale: la riunione rinviata a domani mattina

Di Maio avverte: «Se ritirano i ministri il governo è finito»

Il Consiglio nazionale del M5s è stato rinviato a domani. La riunione, inizialmente prevista per stasera alle 20, si terrà alle 10 del 16 luglio. Tra i temi sul tavolo anche l’ipotesi di ritirare i ministri prima dell’incontro alle Camere con Mario Draghi. «Se Conte ritira i ministri dal governo, di fatto si va allo scioglimento delle Camere: non ci sarà nessuna possibilità di mandare avanti il governo», ha commentato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Lo ha detto, si apprende da anticipazioni di stampa, nel corso del Tg3 che andrà in onda questa sera. «Lo voglio dire ai cittadini molto chiaramente: questa crisi avrà effetti pesanti», ha detto Di Maio. Al momento non è stata definita una linea precisa nel partito: i parlamentari grillini sono spaccati sul tema.


Nel corso dell’ultima giornata in casa 5 Stelle ci sono 3 strade in discussione: uscire dal governo subito, restare dentro e prepararsi a votare la fiducia se Draghi accettasse di sottoporsi a una verifica in Parlamento, o aspettare ancora e valutare bene la strategia per affrontare la crisi. Come spiega alla stampa chi sta partecipando al confronto interno al Movimento, per ora non c’è una posizione unitaria. Secondo quanto ricostruito, spingerebbero per uscire dal governo i vicepresidenti Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa, Mario Turco e Paola Taverna.


La linea sarebbe condivisa da circa il 70% dei parlamentari M5s. Tra chi vorrebbe confermare la fiducia in un’eventuale verifica ci sono invece due dei tre ministri del Movimento, Fabiana Dadone e Federico D’Incà, così come il capogruppo alla Camera Davide Crippa (che domani riunirà l’assemblea dei deputati) e il sottosegretario Carlo Sibilia. Fra gli “attendisti” ci sono il ministro Stefano Patuanelli, la sottosegretaria Alessandra Todde, Alfonso Bonafede e Chiara Appendino.

Immagine di copertina: ANSA/DANILO DI GIOVANNI

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