La spesa pensionistica non vale il doppio di quelle di sanità e istruzione messe insieme. Calenda esagera

L’affermazione del leader di Azione è esagerata, la spesa in pensioni è circa 1,6 volte quella combinata per istruzione e sanità

Il 14 settembre, in un’intervista con l’agenzia di stampa Ansa, il leader di Azione Carlo Calenda ha detto (min. 29:35) che non si può alzare la spesa pensionistica in Italia, visto che è «tra le più alte d’Europa», con un valore pari al «doppio» delle spese istruzione e sanità «messe insieme». Abbiamo verificato e l’affermazione di Calenda è un po’ esagerata. 

La versione originale di questo articolo è stata pubblicata il 15 settembre 2022 sul sito di Pagella Politica. Clicca qui per scoprire tutti i fact-checking, divisi per politici e partiti.

Per chi ha fretta

  • Carlo Calenda (Azione) afferma che «In Italia la spesa pensionistica, tra le più alte d’Europa, vale insieme l’istruzione e la sanità: il doppio».
  • Nel 2020 l’Italia ha speso in pensioni 329,2 miliardi di euro, pari al 19,9 per cento del suo Prodotto interno lordo (Pil).
  • Lo stesso anno l’Italia ha destinato circa 130 miliardi di euro alla sanità e circa 70,6 miliardi di euro all’istruzione. La spesa in pensioni è circa 1,6 volte quella combinata per istruzione e sanità.
  • Considerando tutte le misure di “protezione sociale”, non solo le pensioni, la spesa dell’Italia sale a 416,6 miliardi di euro, un valore più che doppio rispetto alla spesa combinata per istruzione e sanità.
  • Il leader di Azione esagera un po’.

La spesa dell’Italia in pensioni…

I dati relativi alle spese pubbliche dei vari Stati europei sono forniti da Eurostat. Nel 2020, ultimo anno per cui sono disponibili i dati, l’Italia ha speso in totale 329,3 miliardi di euro per le pensioni di vecchiaia, inabilità e per i superstiti, ossia le pensioni riconosciute ai familiari di un pensionato deceduto, una cifra pari al 19,9 per cento del nostro Pil. Si trattava della terza spesa più alta tra i 27 Paesi dell’Ue in termini assoluti, superata solo da Germania e Francia, e della spesa più alta in rapporto al Pil.

…e quella in istruzione e sanità

Per quanto riguarda le altre voci di spesa citate da Calenda, nel 2020 l’Italia ha speso 130,1 miliardi di euro in sanità (il 7,9 per cento del Pil) e 70,6 miliardi di euro in istruzione (il 4,3 per cento del Pil). Sommando queste due cifre si ottengono circa 200 miliardi di euro, pari a circa 1,6 volte la spesa sostenuta per le pensioni, e non «il doppio» come indicato da Calenda. È possibile che il leader di Azione abbia considerato tutte le spese che Eurostat riassume nella categoria “protezione sociale”, di cui fanno parte le pensioni, ma anche i sussidi di disoccupazione, i contributi abitativi e altre misure per contrastare l’esclusione sociale. Considerando tutte queste voci, la spesa sostenuta dall’Italia nel 2020 sale a 416,6 miliardi di euro, quindi più del doppio rispetto alla somma di istruzione e sanità.

Conclusioni

Secondo Carlo Calenda (Azione), la spesa pensionistica italiana è «tra le più alte d’Europa» e vale il doppio delle spese per istruzione e sanità combinate. L’affermazione è un po’ esagerata: nel 2020 l’Italia ha speso oltre 329 miliardi di euro in pensioni, il 19,9 per cento del Pil, contro i 130 miliardi destinati alla sanità e i 70,6 miliardi destinati all’istruzione. La spesa pensionistica era la più alta dell’Unione europea in rapporto al Pil. Tra il 2019 e il 2020, a causa della pandemia di Covid-19, c’è stato un incremento nella spesa per la sanità, passata dal 6,8 per cento al 7,9 per cento del Pil, e per il settore della protezione sociale, passata dal 21,1 al 25,2 per cento. 

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