Ai profughi ucraini in Italia solo 2,50 euro al giorno, la denuncia rilanciata da Tito Boeri: «E dopo le elezioni sarà anche peggio… »

L’economista ha condiviso la lettera inviata dalle associazioni di accoglienza dei migranti al Quirinale e palazzo Chigi, lamentando che con gli attuali rimborsi anche i «minori restano senza beni di prima necessità»

«Due euro e cinquanta al giorno ai profughi dell’Ucraina! Da non crederci». La denuncia rilanciata dall’economista Tito Boeri su Twitter arriva dalla lettera indirizzata «al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Mario Draghi» e scritta da cinque associazioni che si occupano dell’accoglienza dei migranti. La Comunità Ucraina di Vicenza, le associazioni Ucraina Insieme (Padova), Malve di Ucraina (Verona), Roksolana (Portogruaro) e La Rondine (Veneto) hanno lanciato un appello perché si risolvano le complicate condizioni dei profughi ucraini in Italia. «Per i nostri connazionali accolti da privati o che vivono in affitto ci risulta non siano più disponibili i contributi di sostegno erogati dalla Protezione civile (300 euro mensili per adulto e 150 euro per minore)», spiegano, «questo perché le disposizioni in materia prevedono che tali contributi siano erogati solo per i primi tre mesi di presenza in Italia, come per la grandissima parte dei casi». La lettera poi continua facendo riferimento ai profughi ospitati nelle strutture finanziate dallo Stato: «Per loro è previsto un “pocket money” di 2,50 euro al giorno con un tetto massimo di 7,50 che penalizza ancora di più le molte famiglie numerose».


Una cifra considerata troppo esigua e denunciata anche dallo stesso Boeri che ora teme per il prossimo futuro: «Da non crederci. E temo che dopo le elezioni sarà ancora peggio», scrive su Twitter. La descrizione delle condizioni dei profughi ucraini continua nella lettera evidenziando come nelle strutture statali al momento non siano garantiti i beni di prima necessità per i tanti minori presenti. «L’ospitalità presso queste strutture è stata organizzata e appaltata senza tenere conto della presenza di numerosi minori con i bisogni conseguenti: dagli alimenti ai prodotti di igiene per i più piccoli, al materiale necessario per frequentare la scuola». E aggiunge: «Certamente con questo pocket money non si riesce a far fronte a nessuna di queste necessità». Dopo un ringraziamento al Paese per «aver accolto a braccia aperte i concittadini in fuga», la richiesta al presidente Mattarella e al premier Draghi è quella di «intervenire affinché i problemi esposti vengano affrontati e superati e che anche nei prossimi mesi, donne, ragazzi e bambini, possano rimanere in Italia con un po’ di quella serenità che è venuta a mancare nel nostro Paese con l’aggressione militare della Russia».


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