L’ambasciatore russo Razov a Porta a Porta: «Annessione dei territori ucraini? No, è un’adesione» – Il video

La feluca ha anche smentito le «speculazioni» riguardo il gasdotto Nord Stream

Da parte di Mosca «non vi è stata alcuna annessione dei territori ucraini, noi la chiamiamo adesione»: queste le parole pronunciate ieri dall’ambasciatore russo Sergey Razov, ospite a Porta a Porta. L’intervista arriva all’indomani della firma di Vladimir Putin per approvare le leggi che ratificano l’annessione della regioni ucraine occupate di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Cherson alla Federazione russa, in seguito al contestato referendum tenutosi fra il 23 e il 27 settembre. «In questa storia ci sono due facce, due aspetti», ha proseguito Razov: «un aspetto giuridico, un aspetto politico. Per quanto riguarda l’aspetto giuridico, la Carta delle Nazioni Unite sancisce il principio della possibilità dell’autodeterminazione dei popoli. I popoli che vivevano e vivono in questi territori, peraltro parliamo di 8,9 milioni di persone con la forma più democratica di espressione della loro volontà, hanno votato un referendum. Ne conoscete i risultati: il 90, 95, 99% del popolo si è espresso a favore dell’adesione». Razov ha poi proseguito il suo discorso parlando di gas, minaccia nucleare e Zelensky, con un passaggio obbligato alle presunte «fake news» che sin dall’inizio dell’invasione in Ucraina il Cremlino accusa l’Occidente di diffondere. «Vengono pubblicate cose sui media occidentali che una persona normale può leggere e ascoltare solo per condanna di un tribunale o sotto narcosi. Ogni giorno sfoglio i principali giornali italiani, fake news è la cosa più leggera che si può dire di quanto viene pubblicato». In effetti, la sua lettura della realtà appare decisamente stridente rispetto alle ultime notizie che arrivano sulla guerra in Ucraina.


Il destino della guerra, tra nucleare e trattative

A suo dire infatti «Putin ha detto che siamo a favore del cessate il fuoco e di sederci a un tavolo. Ma il presidente Zelensky dice che l’Ucraina non negozierà. Bisogna aspettare che cambi idee, o che l’Ucraina cambi presidente». Affermazione a cui ha fatto seguito l’obiezione del conduttore Bruno Vespa: «Avete provato a farlo sparandogli». Anche il tema del gas è stato toccato nel corso del colloquio. «Si specula che sia stata la Russia a sabotare il proprio gasdotto: capisco, sotto propaganda, ma non siamo idioti», ha affermato Razov, secondo cui sono state «la Ue e l’Italia a non volere più» forniture da Mosca. Più vaga la risposta quando Vespa prova a incalzarlo riguardo l’«escalation della retorica nucleare»: «Non so di quali minacce nucleari russe si parli», ha replicato Razov. «Non abbiamo intenzione di partecipare a questa escalation. Putin ha detto che difenderemo il nostro territorio con tutti i mezzi e le forze a disposizione, e ha ricordato che abbiamo vari tipi di armamenti. Tutto il resto sono speculazioni dei media, parole all’aria».


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