Chi è Gilberto Pichetto Fratin, fedelissimo di Berlusconi possibile ministro della Transizione ecologica

Nel 2014 Giorgia Meloni decise di non appoggiare la sua candidatura alla guida della regione Piemonte: ora è tra i possibili ministri in quota Forza Italia frutto dell’accordo nel centrodestra

Il candidato a sostituire Roberto Cingolani come ministro della Transizione ecologica nel nuovo governo di centrodestra è il piemontese Gilberto Pichetto Fratin, 68 anni, in quota Forza Italia. Ex senatore, oggi deputato, nel 2014 fu rifiutato da Giorgia Meloni come candidato unico del centrodestra alle elezioni regionali in Piemonte. In quell’occasione, Fratelli d’Italia preferì andare da sola e sostenere Guido Crosetto, in pole position per lo Sviluppo Economico. A distanza di otto anni, il nome di Fratin, già viceministro allo Sviluppo Economico, è tra quelli proposti da Berlusconi e accettati da Meloni nella lista dei futuri ministri.


Il rifiuto di Giorgia Meloni nel 2014

Pichetto Fratin da Veglio – appena 450 abitanti in provincia di Biella – è un berlusconiano di ferro: con Forza Italia è entrato nel consiglio regionale del Piemonte già nel 1995, per poi diventare assessore due anni dopo ed essere riconfermato nel 2000. Dopo un anno da vicepresidente regionale, nel 2014 la possibilità del grande salto: viene scelto come candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Piemonte. Fratelli d’Italia però si sfila perché vorrebbe le primarie, e decide di andare da sola e appoggiare Crosetto. Le elezioni vengono vinte da Sergio Chiamparino, il candidato di centrosinistra, mentre l’uomo voluto da Berlusconi si ferma al 22 per cento delle preferenze. Pichetto Fratin, che già era stato senatore nel 2008, decide di ricandidarsi a palazzo Madama, dove viene rieletto nel 2018.


Nel governo Draghi è stato Viceministro al ministero dello Sviluppo economico del leghista Giancarlo Giorgetti , con le deleghe alle politiche industriali e alle piccole e medie imprese. A Open aveva criticato l’atteggiamento dell’Europa – «È stata farraginosa» – nella reazione alla crisi energetica e spiegato come i troppi no – al Tap, ai rigassificatori – avessero condizionato la politica energetica italiana. Dopo aver ottenuto un seggio alla Camera dei deputati alle elezioni politiche del 2022, Silvio Berlusconi lo avrebbe dunque indicato a Giorgia Meloni come nuovo ministro della Transizione ecologica durante il loro incontro in via della Scrofa. Una scelta che ha provocato la reazione di alcuni esponenti delle opposizioni, con i due portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ed Eleonora Evi che in una nota congiunta lo hanno accusato di «posizioni negazioniste, contro l’auto elettrica e contro i piani verdi UE Fit for 55, insomma un segnale chiaro di quello che la Meloni vuole per le politiche sul clima. Esattamente l’opposto del necessario per fronteggiare la crisi climatica». Una critica che, al momento, non sembra trovare riscontro nella carriera politica e nelle dichiarazioni di Fratin.

Foto in copertina: Ansa/Riccardo Antimiani

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