Hanno finalmente un nome le due donne uccise in un appartamento di via Riboty, nel quartiere Prati a Roma, lo scorso 17 novembre e per il cui omicidio è accusato Giandavide De Pau. Si tratterebbe di Yang Yun Sia, 45 anni, e Li Yan Song, di 55 anni. Alle loro identità gli inquirenti sono riusciti ad arrivare grazie al lavoro della polizia scientifica assieme ai colleghi dell’ufficio immigrazione, dopo che per giorni nessun conoscente o parente si fosse fatto avanti, né tantomeno fossero emerse informazioni utili dall’ambasciata cinese in Italia. Secondo le testimonianze raccolte dal Messaggero nei giorni scorsi, la più giovane si faceva chiamare Lia sulle chat di incontri: «A gennaio sarebbe tornata in Cina – aveva raccontato un conoscente – Voleva riabbracciare il figlio Liman. Aveva già preparato due volte il viaggio, ma era stata costretta a rinviarlo».
Leggi anche:
- Omicidi escort a Roma, indagini su un altro caso legato all’ambiente della prostituzione: i sospetti su De Pau
- Il sospetto della procura su Giandavide De Pau: «Ha ucciso per girare video da rivendere sul web»
- Cina, il giornalista della Bbc arrestato durante le proteste a Shanghai – Il video
- La droga, il legame col boss Senese, i video dei femminicidi. Giandavide De Pau, il “killer delle prostitute” di Roma, verso il rinvio a giudizio
- Roma, rinviato a giudizio Giandavide De Pau, accusato di triplice omicidio. La difesa punterà sulla perizia psichiatrica
- Omicidi escort a Roma, De Pau resta in carcere: nessuna risposta al gip. L’avvocato: «Non ricorda niente: serve esame psichiatrico»
- Storia di Lia, prostituta uccisa in via Riboty: «Voleva tornare in Cina per abbracciare il figlio»
- Omicidi escort a Roma, cosa non torna tra le amnesie e i deliri di De Pau: «l’uomo nero» dietro di lui, le estorsioni e il suo boss che si fingeva pazzo
- Omicidi escort a Roma, De Pau all’interrogatorio: «Ricordo le due cinesi, poi blackout. Ho vagato due giorni sporco di sangue»
- Omicidi escort a Roma, la telefonata alla polizia da un parente stretto di De Pau. La sorella: «I fatti parlano da soli»