Conte attacca Meloni: «Supina continuità con Draghi. La pacchia è finita per lei e le sue bugie» – Il video

Il leader del Movimento 5 stelle ha mosso accuse nei confronti della presidente del Consiglio e del governo, «a favore di speculatori, evasori e corrotti»

L’intervento di Giuseppe Conte nell’Aula della Camera dei deputati, dove è in corso la discussione sulle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 15 dicembre, si è rivelato un durissimo attacco diretto alla presidente del Consiglio «e alle sue incoerenze». Il leader del Movimento 5 stelle ha sviluppato un parallelismo tra la campagna elettorale di Fratelli d’Italia e le azioni dell’esecutivo che adesso guida. «Non è in discussione il radicamento dell’Italia nell’Alleanza atlantica, il punto è come ci si pone: la postura dell’Italia in questi consessi. In passato lei aveva parlato, in caso di vittoria, di “un’Italia libera, forte, sovrana” – ha ricordato Conte -. Quello che notiamo oggi è però davvero incoerente rispetto a questi proclami, notiamo un’acquiescenza alla volontà di Washington e un essere supini rispetto alla strada del perenne invio di armi, in piena continuità con l’ex presidente Draghi».


Le piroette sul Mes

L’ex presidente del Consiglio ha sollecitato Meloni anche sul tema del Mes. Il governo aveva deciso, con una mozione, di rimandare la decisione sulla ratifica delle modifiche del trattato, in attesa del pronunciamento della Corte federale tedesca. Che, negli scorsi giorni, ha dato il suo via libera. Ora che l’Italia resta l’unico Paese a dover ratificare l’intesa, Conte ha incalzato l’esecutivo. «Lei e Salvini mi avete rivolto l’accusa più grave e infamante che si può rivolgere a un presidente del Consiglio, quella di alto tradimento, nel periodo più duro della pandemia, quando mi avete accusato di aver sottoscritto la riforma del trattato del Mes nottetempo senza informare gli italiani. Quella notizia era falsa, ignobile è stato il tentativo di fomentare l’odio e la ribellione sociale ma soprattutto ora siamo alla nemesi della storia: che imbarazzo rifugiarsi dietro alla Corte costituzionale tedesca per chi ha sempre rivendicato il primato dell’interesse nazionale. Questo è un sovranismo da operetta, ma adesso dovrete scegliere se votare la ratifica della riforma del trattato del Mes oppure continuare nella vostra storica posizione: se deciderete per la ratifica non deluderete molti italiani, che ormai si stanno abituando alle vostre contraddizioni e alle vostre piroette».


L’elenco di incoerenze

Conte ha portato avanti un’elencazione serrata delle promesse di campagna elettorale e le rispettive smentite. Ha ricordato lo slogan «”basta inquinamento dei mari“, poi si insedia – a Palazzo Chigi – e annuncia nuove trivellazioni, con il plauso degli industriali petroliferi». Sull’immigrazione, «proponeva la ricetta facile del blocco navale, ma mai come in questo periodo le Ong stanno trasportando profughi sulle nostre coste». Conte ha pungolato Fratelli d’Italia per non aver votato cinque volte il Pnrr, «e adesso ribadite all’opinione pubblica l’importanza strategica di questo piano». Ancora, un passaggio sul tema della legalità. «Lei ha detto, presidente Meloni, che il tratto distintivo del governo sarà la lotta all’illegalità. Cita frequentemente Falcone e Borsellino. Ma come sta conducendo questa battaglia? Facendo favori a evasori e corrotti, favorendo chi va in giro con le tasche piene di contanti». Per il presidente dei 5 stelle, «l’acme», ovvero «il punto più alto dell’incoerenza è la legge di Bilancio». Meloni, in campagna elettorale, «aveva scelto come slogan “siamo pronti“. E adesso lamentate di aver avuto poco tempo per la Manovra».

«Il buon Natale – del governo – a speculatori, evasori e corrotti»

A proposito di motti, Conte ha dichiarato: «Oggi, presidente Meloni, ha coniato un nuovo, vuoto slogan, “più Italia in Europa“. In campagna elettorale, ripeteva: “È finita la pacchia in Europa“. La pacchia è finita per lei e le sue bugie. Lei sta confezionando una Manovra all’insegna delle austerity – d’altronde – lo spazio fiscale è come il coraggio, se uno non ce l’ha, non glielo si può dare». In chiusura, il leader pentastellato ha confezionato le accuse più dure sulle quali sono piovuti i fischi e i borbottii della maggioranza. «Sdoganate un’evasione di cittadinanza. Vi accanite contro i fragili, contro le fasce indifese della popolazione, impoverite il ceto medio e sdoganate una sorta di evasione di cittadinanza. Voi state lavorando in modo scientifico per arricchire sempre di più i ricchi e impoverire sempre di più i poveri. Per i ricchi state stendendo tappeti rossi. Dimezzate le imposte per le plusvalenze. E poi gli extraprofitti: avete previsto solo due miliardi e mezzo nonostante le speculazioni in atto». E conclude: «Avete detto “siamo pronti“. Per cosa? Per tagliare speranza alle persone in difficoltà. Presidente Meloni, lei il buon Natale lo sta augurando solo a pochi privilegiati: speculatori, evasori e corrotti».

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