No! Andrew Tate non è stato arrestato grazie a un cartone della pizza

La smentita della Polizia rumena era stata riportata nell’articolo del 30 dicembre 2022 di Open

La vicenda che negli ultimi giorni ha visto protagonisti Andrew Tate e Greta Thunberg ha avuto inizio da uno scambio di battute taglienti, a cui ha fatto seguito un incredibile colpo di scena. La trama già di per sé surreale dell’episodio è stata arricchita di ulteriori dettagli, che in un caso particolare si sono però rivelati falsi. Ma ricostruiamo con calma quello che è successo.

Per chi ha fretta:

  • Andrew Tate è stato arrestato insieme a suo fratello in Romania per sfruttamento aggravato della prostituzione
  • Media e utenti dei social hanno sostenuto che a incastrarlo fosse stato l’acceso scambio tenutosi il giorno prima su Twitter con l’attivista per il clima Greta Thunberg
  • L’aveva infatti insultata in un video in cui apparivano scatole di pizza con una scritta in rumeno: proprio queste ultime avrebbero permesso di localizzarlo
  • La circostanza è stata smentita dalle autorità rumene
  • La villa rumena dell’influencer era già stata perquisita nell’aprile 2022, mentre le indagini erano iniziate nei primi mesi del 2021

Analisi

Lo scorso 28 dicembre, il controverso ex kickboxer Andrew Tate pubblica su Twitter un post in cui, per provocare la giovane pioniera del movimento Fridays for future, fa una lista delle sue macchine inquinanti e la tagga. Al che lei risponde chiedendogli di inviare un elenco completo all’indirizzo «smalldickenergy@getalife.com (complessodapenepiccolo@fattiunavita.com, ndr)». Per tutta risposta, Tate pubblica un video in cui fuma il sigaro e indossa una vestaglia da ring, mentre la insulta in maniera scomposta. A un certo punto, nell’inquadratura entra una scatola di pizza a domicilio. E proprio questo dettaglio, secondo le prime ricostruzioni emerse, avrebbe incastrato Tate: l’amante dei sigari noto per le sue dichiarazioni misogine è stato infatti arrestato, poco dopo la querelle social, nell’ambito di un’indagine per traffico di esseri umani.

Il fermo, infatti, è avvenuto in Romania: secondo le ricostruzioni di alcuni media, le autorità locali non aspettavano altro che una prova del fatto che Tate si trovasse nel paese per intervenire. Che sarebbe arrivata grazie al cartone della pizza citato, appartenente a una nota catena locale: l’indizio definitivo che avrebbe fatto scattare le operazioni. La leggenda è stata presto rilanciata sui social: «Il buon Andrew Tate è riuscito a farsi arrestare in Romania, dov’è indagato per traffico di esseri umani, perché nel video in cui rispondeva a Greta Thunberg c’era in bella vista un cartone di pizza con il logo della pizzeria. Insomma il cervello è pure più piccolo del resto», commenta ad esempio questo utente.

Il giorno dopo l’arresto di Andrew Tate, l’attivista svedese ha twittato: «questo è quello che succede quando non ricicli le scatole della pizza», in un messaggio che ha ricevuto 3 milioni e mezzo di likes. E ha avvalorato la tesi in questione. Ma a mettere K.O. l’ex atleta in vestaglia non è stato esattamente il contestato ordine a domicilio.

Cos’è successo davvero

In realtà la tesi secondo cui i cartoni di pizza abbiano ricoperto il ruolo di collaboratori di giustizia, per quanto affascinante, si è rivelata infondata (Open aveva riportato la smentita della Polizia nell’articolo del 30 dicembre 2022, archiviato qui il 31 dicembre). A smentirla è stata la Procura rumena, il 30 dicembre, interpellata da Afp: «Per determinare se una persona si trova nel paese o meno, usiamo metodi diversi. Il fatto che [Andrew Tate] abbia pubblicato un video quella notte che mostrava una scatola di Jerry’s Pizza ci ha solo confermato ciò che già sapevamo», ha affermato la portavoce dell’ufficio del procuratore antimafia DIICOT Ramona Bolla. Aggiungendo che i mandati di cattura e di perquisizione erano già pronti.

Le indagini su Tate, infatti, sono iniziate nei primi mesi del 2021, e una prima perquisizione alla sua villa ha avuto luogo nell’aprile 2022. La sua localizzazione, dunque, non sembrava essere un segreto. Né l’indagato sembrava particolarmente riservato a riguardo: il 25 dicembre, per esempio, aveva twittato il video di un paesaggio montuoso, accompagnato dalla poco fraintendibile didascalia: «Romania». Sembrava trovarsi sulla strada rumena Transfăgărașan, che attraversa i Carpazi.

Se questi elementi non dovessero essere abbastanza convincenti, anche l’addetto stampa di Greta Thunberg ha confermato all’Afp che il tweet dell’attivista sul riciclaggio delle scatole della pizza non era altro che «uno scherzo», escludendo qualsiasi contatto tra la giovane attivista per il clima e le autorità rumene.

Conclusioni

A incastrare Andrew Tate non sono stati i cartoni della pizza che subentrano nel suo video-risposta a Greta Thunberg. La sua villa rumena era già stata perquisita nell’aprile 2022, mentre l’indagine era iniziata nei primi mesi del 2021. I frame virali non hanno fatto che confermare informazioni già in possesso delle autorità rumene, che peraltro l’ex kickboxer non sembrava premurarsi di celare.

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