Kraken, la variante Covid di Omicron dagli Usa che spaventa l’Europa: «Aumenteranno i contagi»

Negli Stati Uniti è responsabile di oltre un quarto dei contagi ed è in rapida crescita

Negli Stati Uniti è già responsabile di oltre un quarto dei contagi da Coronavirus e anche lo European Center for Deseae Prevention and Control (Ecdpc) guarda con apprensione la crescita dell’impatto di questa variante sul numero totale dei casi. Il nome scientifico è XBB.1.5 ed è già stata soprannominata Kraken, come il leggendario mostro marino, ed è la seconda variante più contagiosa negli Stati Uniti con il 27,6 per cento dei casi, dietro solo alla sotto-variante BQ.1.1 (34,4 per cento delle infezioni). Segue poi la sottovariante BQ.1, al 21,4 per cento. Secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention, la sotto-variante XBB.1.5 era già presente negli Stati Uniti a ottobre, ma è solo da inizio dicembre che ha iniziato a crescere: nella settimana conclusasi il 10 dicembre era responsabile del 4,3 per cento dei contagi e la vigilia di Natale era all’11,5 per cento. Anche Kraken è una variante di Omicron e l’Organizzazione mondiale della sanità ne sta valutando gli effetti in termini di gravità delle infezioni, ma ha già generato apprensione nell’Ecdc per la sua rapida diffusione. Secondo il Washington Post, la variante XBB.1.5, sta rapidamente diventando il ceppo dominante in alcune parti degli Stati Uniti a causa di un potente mix di mutazioni che ne facilita la diffusione su larga scala, anche tra coloro che sono stati precedentemente contagiati o vaccinati. «L’XBB non si è evoluta perché le persone sono state vaccinate», ha affermato Vaughn Cooper, professore di biologia all’Università di Pittsburgh, citato dal quotidiano americano. «Il motivo è da ricercare nel fatto che le persone sono state infettate da più virus contemporaneamente». Kraken ha suscitato alcune preoccupazioni a causa di studi di laboratorio che mostrano come gli anticorpi generati dai vaccini stanno lottando per bloccare quella stessa variante. Ma ciò non significa – spiegano i sanitari sul Wp – «che i vaccini non funzionino». «Le dosi di richiamo (booster) sono sempre utili», ha affermato Kristian Andersen, professore nel dipartimento di immunologia e microbiologia che tiene traccia delle varianti di Coronavirus presso lo Scripps Research Institute. «Anche se vieni infettato, dovresti avere una carica virale inferiore e dovresti essere in grado di trasmettere meno il virus», ha concluso. Seppur presente in Europa con pochi casi, ancora, esiste la concreta possibilità che «questa variante possa avere un effetto sulla crescita del numero di casi di Covid-19» nelle prossime settimane.


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