Ucraina, via libera Ue a nuovi aiuti militari per 500 milioni. Lavrov: «Ormai la guerra è tra Russia e Occidente»

A Bruxelles Tajani chiama fuori l’Italia dalle polemiche sui carri armati: «Non siamo parte di questo dibattito». Medvedev parla apertamente di Terza Guerra Mondiale

I governi europei si apprestano a sbloccare una nuova tranche di aiuti militari all’Ucraina per mezzo miliardo di euro. Il via libera politico alla decisione è arrivato oggi, 23 gennaio, dai ministri degli Esteri dei 27 Paesi Ue riuniti a Bruxelles. Il nuovo pacchetto da 500 milioni transiterà, come i precedenti, attraverso lo strumento finanziario della European Peace Facility. L’adozione formale sarà comunque presa in un prossimo incontro degli ambasciatori permanenti presso l’Ue dei 27 (Coreper). A consentire l’accordo politico, anche il nulla osta dell’Ungheria. Negli ultimi giorni dal governo di Budapest – che mantiene dall’inizio della guerra una posizione meno dura sulle responsabilità russe nel conflitto e sulle conseguente sanzioni – erano filtrati segnali di un possibile veto alla nuova tranche di aiuti. Ma oggi il ministro degli Esteri ungherese ha annunciato il via libera di fatto. «Qualsiasi decisione che possa portare al prolungamento della guerra è contraria ai nostri interessi, e quindi non consideriamo giusto o una buona idea aumentare le forniture di armi, ma non blocchiamo l’attuazione della decisione dell’Ue al riguardo», ha spiegato Péter Szijjártó, a margine del Consiglio affari esteri. Szijjártó ha però ribadito la contrarietà di Budapest a un nuovo pacchetto di sanzioni contro il Cremlino, lamentando il fatto che alla riunione dei ministri degli Esteri Ue «regna lo stesso clima bellicoso dell’anno scorso». «Stiamo parlando di spedizioni di armi e sanzioni, non di pace», ha attaccato il ministro, bollando le misure restrittive finora adottate come “un esperimento fallito”, dal momento che non sono riuscite a fermare la guerra. 


Tajani chiama fuori l’Italia dalla querelle sui carri armati

A margine del vertice di Bruxelles, è intervenuto sulla questione dei nuovi rifornimenti militari anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Che ha chiamato fuori l’Italia dalle polemiche degli ultimi giorni sull’opportunità di rifornire Kiev di nuove batterie di tank. Il nostro Paese, ha detto Tajani, «non fa parte del dibattito sull’invio di carri armati in Ucraina». Della questione, ha chiarito Tajani, si è effettivamente parlato nella riunione di oggi dei 27, ma la discussione ora «proseguirà a livello bilaterale». Quanto all’Italia, ha precisato Tajani, «si è impegnata insieme ai francesi per la consegna di sistemi di difesa anti-missili e il lavoro prosegue in quella direzione».


Mosca vede una guerra aperta con l’Occidente

Visto da Mosca, il salto di qualità nei rifornimenti militari a Kiev – con l’invio da diversi Paesi di carri armati in vista dei combattimenti dei prossimi mesi – ha un significato politico-militare ben chiaro. «La guerra tra Russia e l’Occidente non è più ibrida, ma quasi reale», ha detto il ministro degli Esteri di Mosca Sergej Lavrov, citato dalle agenzie russe. Ancor più apocalittico l’ex presidente della Federazione Dmitry Medvedev. «Il mondo si avvicina al rischio della Terza Guerra Mondiale di fronte ai preparativi di aggressione contro la Russia», ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, citato dalla Tass. «L’operazione speciale che si sta compiendo in Ucraina è stata una misura forzata ed estrema, una risposta alla preparazione dell’aggressione da parte degli Stati Uniti d’America e dei suoi satelliti», ha proseguito la sua nuova intemerata Medvedev, per concludere che «è ovvio che il mondo si è di conseguenza avvicinato alla minaccia di una terza guerra mondiale».

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