Qatargate, le pressioni di Panzeri su Borrell per bloccare Di Maio sulla nomina Ue

L’obiettivo era favorire l’ex commissario europeo Dīmītrīs Avramopoulos

Nuovo capitolo del caso Qatargate. L’europarlamentare Antonio Panzeri avrebbe cercato di fare pressioni sull’Alto rappresentante per la politica Estera, Joseph Borrell, per bloccare la nomina di Di Maio a rappresentante speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico e favorire quella del greco Dīmītrīs Avramopoulos. È quanto emerge – come scrive Repubblica – dalle ultime intercettazioni depositate negli atti dell’inchiesta. L’ex commissario europeo Avramopoulos sarebbe, infatti, – scrive il quotidiano – in rapporti stretti con la Ong di Panzeri «Fight Impunity». Anzi, dai verbali emergerebbe come Avramopoulos rappresenti «un membri onorario del board».


L’incidente

Tutto nasce da un incidente: nei Carton allegati al dossier, infatti, spunterebbe l’invio di un documento riservato direttamente a Borrell. A trasmetterglielo per errore sarebbe stata Cristina Castagnoli, responsabile dell’Unità per la Democrazia e le lezioni del Parlamento europeo e si tratterebbe, stando a quanto racconta Rep, di una «nota interna confidenziale preparata da Francesco Giorgi» per Avramopoulos, dove al suo interno si fa riferimento – inoltre – al fatto che in questa operazione poteva essere «d’aiuto» l’ex vicepresidente Eva Kaili (greca come Avramopoulos). La polizia belga, al momento, crede alla versione dell’errore, seppur la vicenda abbia acceso un faro sull’improbabilità di commettere uno sbaglio di questo tipo. In ogni caso, gli inquirenti non fanno alcun riferimento alla possibilità che Borrell abbia effettivamente subito pressioni.


La nomina

Sebbene la nomina di Di Maio a inviato speciale dell’Ue nel Golfo Persico sia stata frenata, lo stop è stato attribuito esclusivamente ai dubbi dell’esecutivo Meloni. Ma non solo. In un’altra intercettazione, invece, sempre tra Panzeri e un’altra figura di cui gli inquirenti non fanno il nome si fa il paragone al film Ocean Eleven, dove una banda di ladri svaligia il casinò di Las Vegas. «Ho come l’impressione – dice l’interlocutore anonimo all’ex eurodeputato – che siamo come Ocean Eleven». E poi aggiunge: «Dammi due buste»: secondo gli agenti Panzeri avrebbe consegnato alla persone con cui stava parlando alcune «somme di denaro».

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