Quarantenni, donne, il pane e le rose: ecco il nuovo Pd di Elly Schlein

I nomi caldi per la segreteria. Dove entreranno fedelissimi

Il più giovane è il deputato Marco Sarracino, che di anni ne ha 33. Per il resto, nei nomi che circolano per la prima segreteria del Partito Democratico targata Elly Schlein si affida ai quarantenni. Marco Furfaro, Michela De Biase, Chiara Gribaudo, Anthony Barbagallo, Chiara Braga sono i più gettonati. E le nomine contribuiranno a cambiare gli equilibri del partito nei territori. Per la scelta Schlein guarderà ai risultati delle primarie. Il primo è proprio Sarracino: corrente Orlando, vicino a Roberto Fico, è stato l’uomo-macchina della campagna elettorale di Schlein. È lui che ha “chiamato” la sua vittoria su Stefano Bonaccini. Un altro nome è Marco Furfaro: deputato toscano, oggi è vice in pectore della nuova leader. E poi ci sono le due Chiare, Gribaudo e Braga, che hanno contribuito al risultato al Nord.


La prima mossa

Intanto come prima mossa, Schlein ha annunciato che riaprirà il tesseramento, per fare in modo che chi l’ha scelta nei gazebo «entri a far parte di questa comunità». E ancora: «Tenere insieme la comunità è fondamentale», ha premesso Schlein. Poi l’avvertimento: «Ma senza rinunciare a una linea politica chiara». Il deputato Alessandro Zan avrà la delega ai diritti, l’ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi quella ai territori. Poi c’è il capitolo capigruppo: circola il nome di Francesco Boccia per il Senato e si fanno quelli di Chiara Braga, Chiara Gribaudo o Michela Di Biase per la Camera. La scelta passa comunque dal voto dei parlamentari. Dopo la tappa al Nazareno, dove ha incontrato anche la presidente della Commissione del Congresso, Silvia Roggiani, per Schlein c’è stato un susseguirsi di riunioni, per fare il punto sui temi e gettare le basi degli impegni dei prossimi giorni. L’ingresso ufficiale alla guida del partito ci sarà il 12 marzo. La proclamazione in assemblea metterà il timbro sul voto nei gazebo.


Il pane e le rose

Intanto proprio Furfaro in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dice che la sinistra per vincere deve unire il pane e le rose. Il riferimento è a un film di Ken Loach che parla dei lavoratori immigrati negli Stati Uniti e di un avvocato che si impegna per loro in una serie di lotte sindacali. «Ho imparato sulla pelle che la sinistra ha senso se governa i processi ed è capace di cambiare il destino delle persone, anzitutto quelle in difficoltà, altrimenti è mera testimonianza. Vendola era presidente di Regione, Tsipras primo ministro della Grecia. La sinistra torna a vincere se unisce “il pane e le rose”: idealità e buon governo», dice Furfaro. Che poi rifiuta il paragone con Giorgia Meloni: «Ho conosciuto Elly in luoghi dove non andava nessuno. Lavoratori in sciopero, aziende in difficoltà, partite Iva in lotta. Ha praticato prossimità con le persone che avevano bisogno, senza ingannarle mai. Meloni raccoglie voti dicendo di voler difendere gli italiani. Poi va al governo ed elimina il fondo affitti. Mettendo 630 mila famiglie a rischio sfratto. La differenza è tutta qua. Tra credibilità e ipocrisia, gli italiani torneranno a scegliere la prima».

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