Renzi gongola dopo la vittoria di Schlein nel Pd: perché da ora cambierà tutto

Il leader di Italia Viva prevede che il Pd ormai di «sinistra-sinistra» si scontrerà con il M5s di Giuseppe Conte, aprendo la strada al suo partito unitario che già ora stima al 10%

Con la vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd «vengono giù, all’improvviso, tutti insieme, gli alibi di chi ancora pensava di poter coltivare il riformismo dentro il Pd». Matteo Renzi nella sua ultima eNews si dice «entusiasta» di quel che sta succedendo nel Pd, ora che il suo ex partito è diventato di «sinistra-sinistra». A chi nella sfida alla segreteria dem aveva sostenuto Stefano Bonaccini, il leader di Italia Viva torna alla carica con il riturale “ve lo avevo detto”, spiegando che la vittoria di Schlein porta innanzitutto un dato di fatto: con lei «cambia la pelle del Pd». Secondo Renzi, ora il «Pd del JobsAct e degli 80€, di Industria 4.0 e dello sblocca italia, del garantismo e delle riforme su diritti civili e sociali non c’è più. C’è un altro PD. Migliore? Peggiore? Più forte? Più debole? Chissà. Non ci interessa, adesso. È un altro PD, punto. A questo nuovo Pd che parla un linguaggio diverso sul reddito di cittadinanza, sul nucleare, sulla politica estera, sulle tasse non possiamo che augurare buon lavoro con il rispetto di chi vede finalmente chiarito che ci sono due strade diverse. Il 26 febbraio 2023 si è concluso il percorso iniziato nel settembre 2019 con la nascita di Italia Viva».


Una svolta che rende Renzi «entusiasta», perché aprirebbe la strada alla «costruzione del nuovo progetto», quello del Terzo polo insomma che porterebbe alla formazione di un partito unico tra chi già da tempo ormai dal Pd ha preso le distanze per occupare il centro. Finora c’è stata l’uscita annunciata dell’ex ministro Beppe Fioroni, in rotta con la nuova linea dem. Ma secondo Renzi non c’è da «aspettarsi un esodo» né «una campagna acquisti». Più che ai dirigenti, dice di puntare «all’esodo degli elettori nel 2024», quando arriveranno le elezioni Europee a cui spera di presentarsi con una lista unitaria tra Italia Viva e Azione, e chissà se ci sarà anche +Europa. Con il partito del neo segretario Riccardo Magi, Renzi stima il Terzo polo al 10%. La speranza che sfiora la certezza per Renzi è che la sinistra di Schlein e il M5s di Giuseppe Conte si scontrino sullo stesso fronte: «Noi siamo altro, siamo altrove».


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