La circolare del preside del liceo Carducci di Milano sullo striscione anarchico: «No alla logica da curva. Non dimenticate le bestialità nel vicino piazzale Loreto»

Andrea Di Mario ha commentato l’accaduto in una circolare indirizzata a studenti, genitori e docenti e pubblicata sul sito della scuola

Il preside del liceo classico Carducci di Milano Andrea Di Mario condanna lo striscione apparso ieri, 4 marzo, davanti ai cancelli del suo istituto. Il messaggio, a firma anarchica, consisteva nella scritta «Ma quale merito, la vostra è solo violenza». Insieme alle foto a testa in giù della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara. Oggi, 5 marzo, il preside lo definisce: «Un gesto di qualche isolato ma brutale, brutto, violento e pesante». Nonostante la netta presa di posizione, sottolinea ulteriormente: «Non ci riconosciamo in questo linguaggio, in questi modi che sono per noi completamente inediti e preoccupanti e che rifiutiamo. Gli studenti del liceo immediatamente si sono dissociati tramite i loro rappresentanti e la comunità scolastica tutta, studenti, docenti, non docenti, ex studenti – di tutte le età – condanna nel modo più netto l’atto di intimidazione avvenuto».


«Promuoviamo democrazia, tolleranza e pluralismo»

«Il Liceo Classico Statale “Giosuè Carducci” di Milano – ha scritto Di Mario in una circolare indirizzata a studenti, genitori e docenti e pubblicata sul sito della scuola – è da sempre e sempre più uno spazio plurimo, aperto, pacifico: democratico! Oggi abbiamo ricevuto un danno, doloroso, rispetto a tutto quello che in questa scuola si sta facendo e non vogliamo che i nostri studenti siano vittima di un circuito, banale, che banalizza la stessa lettura della realtà». Ha poi assicurato: «Continueremo come sempre e sempre più a promuovere i valori della democrazia, della tolleranza e del pluralismo indicati nella Costituzione, mantenendo sempre spalancata la porta del dialogo educativo, anche con chi, come in questo caso, eventualmente se ne è discostato, fermo restando l’impegno a cercare di individuare e perseguire le responsabilità del gesto». Anche la posizione del Carducci è significativa, dato che la struttura si trova vicino a piazzale Loreto, «un luogo dove si sono consumate atrocità bestiali, uccisioni, sangue su sangue, vilipendio». Di Mario lo ricorda per evidenziare come «in questa scuola si insegnano in modo rigoroso le materie di studio, ma, dico sempre che il Carducci è anche una scuola di politica, perché qui gli studenti hanno la possibilità di apprendere a praticare il culto della rappresentanza, del confronto».


L’invito a riflettere

«Vogliamo farlo insieme – ha aggiunto -, imparando, creando forme nuove, senza rimanere incagliati in linguaggi vecchi, logori e cupi, che alzano muri. Il carducciano è rigoroso e non accetta la logica da curva violenta». Piuttosto, Di Mario invita a riflettere su altri temi: «Si dovrebbe essere moderni e saper guardare al futuro, anche di questa stessa piazza, riprogettarla, perché non vi si respira, si muore sotto un camion andando in bicicletta. Questi sono gli argomenti. Sono argomenti – ha concluso – le azioni per rendere sempre migliore la scuola pubblica, per i suoi studenti, in un contesto globale, che sappia anche tener conto che in altre parti del mondo bambine e ragazze vengono avvelenate col gas quando vanno a scuola. Questi sono argomenti».

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