Crac Svb, la Casa Bianca tira dritto: «Non è come la crisi del 2008: questo non è un salvataggio»

«Il Tesoro Usa sta lavorando con le autorità regolatorie bancarie sui prossimi passi», ha detto la portavoce Karine Jean-Pierre

«Le azioni messe in atto dal governo e dalla Fed dopo i crack della Silicon Valley Bank e di Signature Bank non sono un bailout, un salvataggio». Con queste parole, la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha voluto rassicurare i cittadini americani sulla tenuta del sistema bancario dopo il fallimento della Silicon Valley Bank, escludendo di fatto un possibile paragone con la crisi finanziaria del 2008. «Il Tesoro Usa sta lavorando con le autorità regolatorie bancarie sui prossimi passi», ha aggiunto Jean-Pierre, assicurando che tali autorità «hanno gli strumenti per affrontare la perturbazione dei mercati e supervisionare le banche». Dopo il crac di Svb, Silvergate, e della newyorkese Signature Bank, dalle autorità finanziarie statunitensi è infatti arrivata la scialuppa di salvataggio per i clienti degli istituti. Federal Reserve, Tesoro e Federal Deposit Insurance Corporation, hanno assicurato che chi aveva denaro in quelle banche non lo perderà, dato che verrà risarcito anche oltre il limite federale di 250 mila dollari. Si è scelto di dichiarare il fallimento di Svb e Silvergate, in mano all’authority, in modo da poter adottare misure straordinarie, al posto della vendita spezzatino paventata inizialmente. «Oggi stiamo intraprendendo azioni decisive per proteggere l’economia statunitense, rafforzando la fiducia del pubblico nel nostro sistema bancario. Questo passo garantirà che continui a svolgere i suoi ruoli vitali di protezione dei depositi e di accesso al credito a famiglie e imprese, in un modo che promuova una crescita economica forte e sostenibile», era il messaggio della segretaria del tesoro Usa, Janet Yellen. Tuttavia, l’intervento delle autorità americane, che permette di pagare anche i depositi non garantiti ai clienti dell’istituto californiano finito in default venerdì scorso a seguito della corsa agli sportelli, non è servito a evitare una caduta della fiducia degli investitori, soprattutto europei. Le borse del Vecchio continente hanno tutte segno negativo oggi, con Milano – maglia nera – che cede il 3,75%. Se i mercati europei crollano, lo stesso non si può dire per la borsa americana. A Wall Street, il Dow Jones guadagna lo 0,61% e il Nasdaq segna un +1,01%. Sembrano aver sortito un primo effetto, dunque, le rassicurazioni del presidente americano Joe Biden, che alle 14 (ora italiana) ha tenuto un breve discorso alla nazione per ribadire che «il sistema bancario americano è sicuro».


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