Mosca-Washington, duro scambio d’accuse il giorno dopo l’incidente sui cieli. Ma i ministri della Difesa si parlano per abbassare la tensione

L’esercito del Cremlino è alla ricerca dei detriti del drone americano precipitato nel Mar Nero. Ma le versioni su quanto accaduto restano contrastanti

«Gli Stati Uniti stanno cercando provocazioni per intensificare i loro approcci conflittuali». Questo il commento del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov sull’incidente aereo che si è verificato ieri nei cieli del Mar Nero. Ieri mattina, intorno alle 7, un drone da guerra statunitense è stato danneggiato mentre era in volo ed è precipitato in acque internazionali. Secodno gli Usa, il Reaper Mq-9 – questo il modello del velivolo – è stato colpito da un jet russo mentre effettuava operazioni di routine nello spazio aereo internazionale. Una versione smentita con forza da Mosca, secondo cui il drone si stava dirigendo verso la Crimea e non si trovava – come sostiene il Pentagono – in territorio neutrale. «Qualsiasi incidente che provochi uno scontro tra due potenze nucleari comporta sempre rischi molto seri. Loro non possono non capirlo», ha aggiunto oggi Lavrov riferendosi agli Stati Uniti. Secondo il ministro russo, quello che è avvenuto ieri sopra il Mar Nero non è affatto un incidente, ma è frutto di una «ignoranza provocatoria», che – attacca Lavrov – «suggerisce che la parte americana cerchi costantemente una sorta di provocazione» per intensificare il proprio supporto a Kiev. Gli Usa, dal canto loro, mantengono la loro versione dell’incidente. Oggi il capo di Stato maggiore Mark Milley ha confermato che – secondo l‘intelligence americana – l’azione di disturbo del jet russo è stata intenzionale. Non è ancora chiaro, però, se fosse intenzionale anche il contatto tra i due velivoli, culminato con lo schianto del drone americano nel Mar Nero.


Alla ricerca dei detriti

Nonostante le parole dure di Lavrov, oggi il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha parlato telefonicamente con il suo omologo americano Lloyd Austin. A confermarlo è lo stesso ministero russo, che specifica come sia stata la parte americana a chiedere il colloquio. Come riporta la Bbc, inoltre, l’esercito russo è al lavoro per ritrovare i detriti del drone americano che si è schiantato ieri nel Mar Nero. Secondo il Cremlino, è lì che si nasconderebbero le prove del presunto coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina. «Non so se riusciremo a recuperare i resti oppure no, però deve essere fatto», ha detto Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo sulla tv di Stato. «Gli americani continuano a dire di non essere coinvolti direttamente nelle ostilità, ma questa è un’altra conferma che stanno prendendo parte attivamente nella guerra», ha attaccato Patrushev.


Foto di copertina: EPA/ALEXANDER ZEMLIANICHENKO | Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov

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