Le impronte, la foto, le manette: oggi è il giorno dell’incriminazione di Donald Trump per il caso Stormy Daniels

Oggi alle 14 (le 20 in Italia) in tribunale. Intanto lui chiede l’incriminazione di Bragg

Donald Trump è già a New York. L’ex presidente degli Stati Uniti è arrivato ieri da Mar-a-Lago nella città in cui sarà ufficialmente incriminato per il caso Stormy Daniels. Il suo ufficio ha fatto sapere che il procuratore di Manhattan Alvin Bragg terrà una conferenza stampa dopo l’udienza. I legali del tycoon hanno fatto sapere che non vogliono telecamere in aula. Mentre il sindaco di New York Eric Adams ha parlato ai suoi fans: «Gli atti vandalici non saranno tollerati. La città è la nostra casa, non il campetto in cui scaricare la rabbia». L’ex presidente ha passato la notte nella nella Trump Tower, sulla Fifth Avenue. La sua residenza, impreziosita da colonne di marmo placcate d’oro a ventiquattro carati, ha una vista panoramica su Central Park e un ascensore interno che lo collega agli uffici della Trump Organization. L’area è circondata dai blocchi stradali e da poliziotti.


La sicurezza e il mug shot

Il trasferimento di Trump è seguito da un imponente apparato di sicurezza che vede in campo il Secret Service, cioè il servizio assegnato a ogni ex presidente, il dipartimento di polizia di New York e i funzionari del tribunale. Dove il tycoon è atteso oggi pomeriggio intorno alle 14 (le 20 in Italia). Nell’aula del tribunale, probabilmente quella al quindicesimo piano, a Trump verranno letti i circa trenta capi di imputazione. E verrà formalmente incriminato. Tutte le udienze e le altre attività previste nell’edificio verranno sospese. L’ex presidente sarà preso in consegna dalla squadra coordinata dagli inquirenti e sottoposto alla procedura di registrazione prevista per ogni persona incriminata di un reato. Di sicuro verranno prese le impronte digitali, mentre al momento non è ancora chiaro se gli verrà scattata la foto segnaletica, il cosiddetto “mug shot”, la ripresa frontale e di profilo.


La cella

Le autorità sono preoccupate che un’eventuale foto segnaletica possa essere resa pubblica, nonostante nello stato di New York, da pochi anni, sia considerata una violazione. In genere gli accusati vengono rinchiusi in una cella, in attesa di essere fatti entrare in aula, ma con Trump non succederà. L’ex presidente quasi certamente sarà libero di muoversi. Trump non dovrebbe essere ammanettato, considerando che è sottoposto alle misure di sicurezza garantite a ogni ex presidente. Una volta finita la procedura Trump tornerà libero e potrà lasciare il tribunale e la città. Probabilmente passerà dai corridoi del retro dove lo attenderà la sua scorta. L’ex presidente dovrebbe tornare a Mar-a-Lago. Alle 20,15 è in programma un discorso all’America.

L’incriminazione di Bragg

I capi di imputazione non sono ancora noti, ma la Cnn parla di almeno 30 reati legati a frode commerciale. Al centro dell’indagine ci sarebbe il pagamento illecito di 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels, avvenuto secondo l’accusa – falsificandone la natura nei libri contabili e utilizzando i finanziamenti della campagna per la Casa Bianca del 2016. Poco fa Trump ha chiesto sul suo social network Truth l’incriminazione del procuratore Bragg. Più precisamente, Trump ha sostenuto che il procuratore abbia fornito ai giornalisti i dettagli delle accuse contro di lui. E per questo gli ha chiesto di autodenunciarsi. Il presidente degli Stati Uniti in carica Joe Biden ha parlato ieri della vicenda, dicendo soltanto di avere fiducia nel sistema legale di New York.

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