La truffa sul bonus facciata per oltre 100 milioni di euro, blitz in Veneto e Lombardia: cantieri fantasma e immobili inesistenti, così intascavano i crediti

Tredici le società operanti in Italia e Austria coinvolte nelle indagini dei Finanzieri del Comando Provinciale di Verona

Una truffa sul bonus facciata da oltre 100 milioni di euro. Arriva dalla Guardia di Finanza di Verona e poi dal Tribunale la conferma del provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza nei confronti di 13 società operanti in Italia e in Austria e di indagine nei confronti di 14 persone fisiche, tutte indagate, per i diversi reati di indebita percezione di erogazioni pubbliche, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Una lunga lista a cui si aggiunge anche il reato di violazioni connesse alla responsabilità amministrativa degli enti. La polizia giudiziaria ha operato nelle province di Roma, Verona, Vicenza, Padova, Brescia e Milano, con l’impiego di quasi 100 militari.


Immobili inesistenti, lavori mai eseguiti. Le indagini sui falsi crediti d’imposta

Gli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona hanno condotto un’analisi finalizzata a individuare soggetti dall’elevata pericolosità fiscale che avevano utilizzato in maniera distorta le diverse agevolazioni previste per gli interventi edilizi, sotto forma di crediti d’imposta cedibili a terzi e utilizzabili mediante il modello F24 o monetizzabili presso anche banche e altri gruppi di acquisto. Un beneficio che consentiva sulla base del Decreto Rilancio la detrazione fiscale delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 per il 90%, ovvero la possibilità di cedere a terzi come credito d’imposta e quindi monetizzare. Le indagini hanno così permesso alle Fiamme Gialle di individuare un meccanismo di frode ad opera di una compagnia criminale che ha di fatto comunicato all’Agenzia delle Entrate crediti d’imposta inesistenti in relazione al bonus faccia per oltre 84 milioni di euro. Inoltre, una ulteriore parte dei crediti inesistenti, per oltre 5 milioni di euro, è stata ceduta ad altre 19 società operanti in Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige, per un numero raggiunto di indagati che supera le 100 persone.


Rolls Royce e monete d’oro

Alcune delle società indagate, inoltre, sono state costituite in pieno periodo di emergenza pandemica e sono risultate agli investigatori prive di strutture e mezzi idonei per la realizzazione degli interventi edilizi. Ma c’è di più. La maggior parte delle persone fisiche che hanno ceduto il credito d’imposta per dichiarati lavori edilizi non risultava proprietaria di alcun immobile. I lavori mai eseguiti sono stati dichiarati all’Agenzia delle Entrate attraverso modelli di comunicazione riportanti dati catastali falsi, relativi a immobili inesistenti. I crediti d’imposta oggetto della frode pari a oltre 84 milioni di euro sono stati ora sottoposti a sequestro, interrompendo l’ulteriore circolazione dei medesimi crediti e impedendo la commissione di ulteriori condotte delittuose in danno all’Erario. I sigilli giudiziari sono scattati su conti correnti, quote societarie e beni di lusso, tra cui una Rolls Royce, monete d’oro e altri oggetti preziosi. Ad aggiungersi al bottino finale, oltre 29 milioni di euro ottenuti dalle attività di riciclaggio dei profitti ottenuti in modo illecito.

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