Arianna Meloni, lo slalom tra i gossip della sorella maggiore della premier: «Dalle nomine al figlio di Rachele Silvestri, contro di noi solo veleno»

In un colloquio col “Foglio” la responsabile del tesseramento di FdI smentisce le voci sulla sua eccessiva influenza sulle scelte della sorella Giorgia

Arianna Meloni, sorella maggiore (di due anni) della presidente del Consiglio, è tanto presente quanto discreta, come consigliera di Giorgia Meloni. Ma tra le ombre dei suoi silenzi, spuntano oggi alcune parole, consegnate al Foglio per smentire seccamente una serie di gossip, tra il pubblico e il privato, che proprio non le sono andati giù. A partire dal suo presunto suggerimento sulla nomina di Giuseppina Di Foggia come nuova amministratrice delegata di Terna. Da poco responsabile del tesseramento di Fratelli d’Italia, Meloni senior è stata infatti additata di averla di fatto raccomandata in quanto amica sua. «Ero stupita dalla lettura dei giornali. Oddio, possibile che la conosca e non me ne ricordi? Così ho scritto a Giorgia: ma io la conosco la nuova Ad di Terna?», racconta a Simone Canettieri sul Foglio. Domanda a cui la stessa premier ha risposto: «Non lo so, penso di no». Alla sorella della premier sono state attribuite d’altronde nei mesi scorsi anche influenze sulle scelte di Enrico Michetti per la corsa alla guida di Roma, sulla decisione finale su Francesco Rocca per la Regione Lazio, e perfino sulla lista dei ministri.


I gossip smentiti sul ministro Lollobrigida

Ordinario pettegolezzo politico? Forse. Ma non lo è di certo quello in cui ci è finito, nei chiacchiericci di Palazzo, anche il ministro Francesco Lollobrigida, nonché suo marito, che qualcuno avrebbe messo in giro essere stato «amante» di Rachele Silvestri, che dieci giorni fa ha scritto una lettera al Corriere raccontando di aver fatto il test del dna a suo figlio per sconfessare insopportabili voci sulla paternità del bimbo. «Sì, anche questa abbiamo dovuto sopportare, ma abbiamo le spalle larghe», commenta la sorella della premier. Che pure l’ha presa con filosofia: «Peccato che nessun giornale abbia scritto in maniera chiara una cosa del genere. Così saremmo andati in vacanza con i soldi del risarcimento delle querele. Anzi no, mi correggo: li avremmo devoluti tutti in beneficenza». E quando ha letto che avrebbe anche cacciato il ministro di casa si è fatta, con le amiche, una «grassa risata».


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