Caso Orlandi, il cardinale Parolin: «Sorpresi dalla mancata collaborazione, andare avanti per la mamma che soffre»

«Ho visto che ci sono state anche critiche all’iniziativa del Papa ma l’idea della Santa sede è proprio quella di arrivare a chiarire», ha detto il segretario di Stato vaticano

Dopo il clamore suscitato dalle nuove rivelazioni di Pietro Orlandi, a proposito della mai chiarita scomparsa della sorella nel 1983, interviene il segretario di Stato vaticano Parolin sulla riapertura del caso da parte della Santa Sede: «Siamo molto sorpresi che non vi sia stata collaborazione perché questo avevano chiesto: allora perché adesso tirarsi indietro in maniera così brusca? Il nostro intento è quello di arrivare veramente a chiarire. Ho visto che ci sono state anche critiche all’iniziativa del Papa ma l’idea della Santa sede è proprio quella di arrivare a chiarire, vedere quello che è stato fatto nel passato sia da parte italiana, sia da parte vaticana e vedere se c’è qualcosa ancora che si può fare di più sempre con questo scopo, arrivare a chiarire, credo che lo si debba innanzitutto alla mamma che è ancora viva e soffre molto, lo facciamo con le migliori intenzioni». Il cardinale ha ribadito che, anche dopo le affermazioni di Pietro Orlandi su Wojtyla, le indagini sulla scomparsa di sua sorella andranno avanti.


Il chiarimento di Pietro Orlandi

Ospite di DiMartedì su La7, Pietro Orlandi aveva riferito il contenuto di un audio che aveva sottoposto al promotore di giustizia vaticana Diddi, dicendo che  «Wojtyla ogni tanto usciva di sera e andava in giro con due suoi amici polacchi», aggiungendo inoltre che «secondo qualcuno non andava certo a benedire delle case». Quelle parole avevano provocato la reazione immediata del Vaticano. Il cardinale polacco Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e segretario personale di Papa Giovanni Paolo II, le aveva definite «accuse farneticanti, false dall’inizio alla fine, irrealistiche, risibili al limite della comicità se non fossero tragiche, anzi esse stesse criminali». E nella preghiera Regina Coeli di domenica 16 aprile a piazza san Pietro Papa Francesco le aveva bollate come «illazioni offensive e infondate». Così Orlandi, a una settimana di distanza, ha avuto la possibilità di chiarire quelle affermazioni, dicendosi dispiaciuto: «Sono disponibilissimo ad andare da Diddi a chiarire questa situazione. Anche perché sono dichiarazioni che non riguardano l’inchiesta su Emanuela».


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