No! In Ucraina non è stata smantellata una rete di pedofili

La notizia usa come prove due foto che risultano in realtà estrapolate da contesti decisamente diversi

Se c’è una cosa che bisogna riconoscere ai QAnonisti, è la loro fervida fantasia. Nel mondo che hanno costruito, dominato da una cabala di satanisti e pedofili combattuto da alcuni guerrieri della luce (primo tra tutti, Donald Trump), c’è ogni giorno una notizia nuova. Non verificata nel migliore dei casi, quasi sempre inventata di sana pianta. Il caso che esaminiamo oggi rientra in quest’ultima categoria.

Per chi ha fretta:

  • L’emisfero QAnonista ha esultato su Twitter per il compimento di una presunta missione che avrebbe smantellato una rete di pedofili in Ucraina.
  • La notizia non ha fondamento, le uniche «prove» che allega risiedono in due immagini.
  • Le foto in questione, tuttavia, provengono da contesti decisamente differenti.

Analisi

«Attenzione! Missione completata! 20:00 #Ucraina Oggi durante una missione difficile e complessa in Ucraina abbiamo salvato più di 10000 bambini in gabbia durante questa missione. 74 tunnel sotterranei furono distrutti. 678 trafficanti di bambini sono stati uccisi. E 3876 trafficanti di esseri umani sono stati arrestati Le prossime missioni sono in arrivo». Questo il testo condiviso su Twitter dal profilo CBKNEWS, che ha raccolto quasi mezzo milione di visualizzazioni.

Oltre al testo, vediamo diversi hashtag: non solo quelli di QAnon ma anche la scritta MAGA, acronimo della famosa campagna elettorale di Donald Trump al momento della sua candidatura a presidente Usa. Il collegamento al tycoon non sorprende, così come non sorprende il fatto che i sostenitori della teoria complottista chiamino in causa i bambini. Tra le varie credenze che animano il movimento, infatti, c’è quella secondo cui il deep state globalizzato, organizzato in una rete mondiale composta da celebrità di Hollywood, miliardari e politici democratici, abbia l’abitudine di rubare bambini e sottoporli a svariate atrocità.

Ed arriviamo alla notizia della «missione completata» in questione. Cominciamo con il notare che non esiste alcuna prova di quanto affermato. Le immagini allegate non inquadrano né le presunte migliaia di bambini in gabbia né i presunti trafficanti di esseri umani uccisi o arrestati. Nessun media ufficiale, d’altro canto, rilancia la notizia del clamoroso smantellamento. Quel che troviamo ricercando le immagini su Google, invece, è che la prima foto è in circolazione da anni. Ed è stata collegata a contesti decisamente diversi: in questo articolo del giugno 2012, per esempio, l’immagine appare in un articolo che annuncia «la vendita di una base sottomarina segreta in stile James Bond». Nel pezzo leggiamo:

Nascosta sotto una collina vicino alla città norvegese di Tromso, la base navale di Olavsvern sembra essere il rifugio perfetto per un criminale deciso a dominare il mondo o per qualcuno che semplicemente cerca quella che sarebbe una delle case vacanza più impressionanti del pianeta.

O, ci permettiamo di aggiungere, per la creazione del macabro scenario nel quale far proliferare la fantasia dei QAnonisti.

Per quanto riguarda la seconda immagine, quella del cunicolo buio sopra le rotaie, una banale ricerca inversa per immagini attraverso Google o Tineye non si rivela utile. Se invece facciamo un passaggio ulteriore, rivolgendoci al motore di ricerca russo Yandex, approdiamo su un post pubblicato su Pinterest. Si vede la foto in questione, ma non appare alcun riferimento a oscure cabale di pedofili smantellate in Ucraina. La didascalia, infatti, recita semplicemente: «Abandoned Buildings». Analizzando il codice HTML dell’immagine, scopriamo anche che è stata pubblicata diversi giorni prima che entrasse in circolazione con la narrativa QAnonista: il post risale infatti allo scorso 11 gennaio, e per la precisione è stato pubblicato alle 22.24.

Conclusioni

Non c’è alcuna prova della conclusione di una presunta missione in Ucraina che avrebbe smantellato una rete di pedofilia sotterranea. Le immagini usate come «prova» provengono da contesti decisamente differenti da quello citato, e la notizia in sé non risulta avere alcun fondamento.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche: