I primi 6 mesi di Meloni al governo visti dalla Francia, la rivista Le Point: «Diabolicamente abile: prometteva svolte, ma è sulla scia di Draghi»

Il ritratto dei primi sei mesi di operato della premier visti dal settimanale francese: «Le critiche contro l’Ue e i governi precedenti “sottomessi” a Bruxelles sono scomparse dal suo vocabolario»

«La nuova presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo una campagna in cui prometteva la svolta, dà la curiosa impressione di essere sulla scia del suo predecessore, Mario Draghi: le sono bastati sei mesi per rassicurare l’Unione Europea». È con queste parole che il settimanale francese Le Point, nell’editoriale intitolato “Sono Giorgia Meloni, diabolicamente abile“, tira le somme dei primo semestre di mandato della leader di Fratelli d’Italia, prima donna a diventare presidente del Consiglio italiano nella storia della Repubblica Italiana. «Sei mesi dopo il suo arrivo al potere continua a tenere sotto controllo l’intera classe politica italiana – si legge ancora- Dall’alleato un tempo turbolento della Lega, Matteo Salvini, all’ex presidente del Consiglio e capo del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, tutti riconoscono in Giorgia Meloni, dopo averla a lungo sottovalutata, colei che è riuscita laddove loro hanno fallito da oltre 10 anni: costituire un governo stabile, ricavando la legittimità dalle urne e non da combinazioni tra formazioni politiche spesso agli antipodi». Un cambio che è avvenuto anche sul tema dei migranti, con posizioni e toni ben diversi rispetto a quelli utilizzati quando si trovava all’opposizione: «Le critiche contro l’Unione europea e i governi precedenti “sottomessi” a Bruxelles sono scomparse dal vocabolario della leader del movimento nazionalista conservatore Fratelli d’Italia». E nell’intervento a firma dei due inviati a Roma del settimanale francese, Quentin Raverdy e Charles Sapin, si legge ancora: «Temuta prima della sua vittoria come futuro enfant terrible dell’Ue, e capace, a causa del suo passato militante nei movimenti post-mussoliniani, di ricollegare l’Italia al suo passato fascista, Meloni moltiplica, al contrario, i segni di garanzia verso i suoi omologhi europei. Sia sulla tenuta rigorosa delle finanze pubbliche del Paese, sia sul rispetto delle istituzioni sovranazionali, o sul chiaro appoggio garantito all’Ucraina contro l’aggressione putiniana. Il tutto al contrario, su questo punto, del premier ungherese Viktor Orban al quale è vicina, o di Marine Le Pen in Francia, dalla quale si tiene a distanza». Insomma, secondo i due inviati francesi la premier Meloni, in soli sei mesi, è riuscita a convincere l’Unione Europea. Svoltando su se stessa.


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