L’armocromia secondo Giuseppe Conte (e la frecciata a Meloni): «I colori li scelgo da me, non mi vestirei di bianco col Papa e di nero con Zelensky»

E sull’addio di Fazio alla Rai commenta: «Uno dei disastri della gestione Fuortes»

Il colore dei suoi outfit è il blu, scelto, precisa, senza consulenti d’immagine. Oltre a criticare la strategia del governo sulla guerra in Ucraina il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte spiega il suo personale concetto di stile in una intervista rilasciata oggi ad Andrea Malaguti su La Stampa: «Li scelgo da me. E generalmente uso il blu. Senza adattarmi all’interlocutore». Quindi la stilettata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Davanti al Papa, per esempio, non andrei vestito di bianco e con Zelensky non mi vestirei di nero». Sui colori degli alleati politici risponde: «Li scelgo sulla base dei progetti concreti che perseguono e degli impegni che mantengono». Torna di moda il giallorosso? «Per il momento mi tengo stretto i colori del Movimento 5 Stelle. Per le alleanze c’è ancora tempo».


Giuseppe Conte, Fabio Fazio e la Rai

Nella lunga intervista Conte commenta anche l’addio di Fabio Fazio alla Rai: «Direi che è uno dei tanti disastri della gestione Fuortes, un manager che non si era mai occupato prima di radiotelevisione. Il risultato si è visto». «Mi risulta – ha aggiunto – che il contratto in scadenza di Fazio fosse sul suo tavolo da molti mesi. Non ha mosso un dito». Su Giampaolo Rossi, nominato direttore generale di viale Mazzini commenta: «Non lo conosco per potere esprimere un giudizio. Non saprei esattamente che cosa dire di lui, se non che mi auguro che faccia un buon lavoro e che assieme agli altri assicuri il pluralismo delle voci e non cancelli trasmissioni come Report che sono l’essenza del servizio pubblico». Sempre a proposito di tv pubblica, Conte lancia un appello alle forze di maggioranza e di opposizione: «Avviamo degli Stati Generali della tv per programmare una riforma che possa definire più compiutamente (aggiornandola) la missione del servizio pubblico». I partiti dentro o fuori? «Completamente fuori».


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