Nord Stream, svolta nell’inchiesta sul sabotaggio: «Gli Usa sapevano da mesi del piano di Kiev per attaccare il gasdotto»

Un documento d’intelligence condiviso dagli alleati europei con la Cia a giugno 2022, svelato dal “Washington Post”, allertava sul pericolo, poi concretizzatosi

L’intelligence Usa sapeva delle intenzioni degli ucraini di portare un attacco in incognito al Nord Stream, tre mesi prima che le tubature del gasdotto sotto il Mar Baltico saltassero effettivamente per aria, nel settembre 2022. Lo rivela oggi il Washington Post, citando un documento d’intelligence condiviso all’epoca da un Paese europeo con la Cia e tornato a galla nell’ondata di leak diffusi su Discord da Jack Teixeira. È stato proprio uno dei compartecipanti alla chat guidata dal giovane riservista, arrestato lo scorso XXX, a condividere ora il documento con il quotidiano Usa. Un rapporto, commenta il WP, che costituisce l’indizio sin qui più pesante di un coinvolgimento di apparati ucraini nel misterioso sabotaggio sottomarino al Nord Stream del settembre 2022.


I dettagli che imbarazzano la Casa Bianca

Il rapporto d’intelligence, il cui contenuto è stato confermato da fonti del settore di diversi Paesi, forniva infatti alla Cia dettagli altamente specifici sui piani degli ucraini, compreso il numero degli operativi da coinvolgere e i metodi previsti dell’attacco. E testimonia come la Casa Bianca e i suoi alleati abbiano informazioni di primo piano da oltre un anno sui principali indiziati dell’attacco all’infrastruttura energetica. Informazioni del tutto compatibili con le prove trovate nelle scorse settimane dai servizi tedeschi sullo yacht Andromeda che sarebbe stato noleggiato da un militare ucraino.


Cosa accadde nell’autunno 2022

Il 26 settembre del 2022 tre esplosioni sott’acqua fecero saltare tre dei quattro gasdotti di collegamento con l’Europa di Nord Stream 1 e 2. Ma nell’immediato, il presidente Usa Joe Biden evocò una possibile responsabilità russa parlando di un «atto deliberato di sabotaggio» per accertare le cause del quale l’America e i suoi alleati sarebbero «andati fino in fondo». A distanza di mesi, a ben vedere, i Paesi occidentali sembrano avere tutto l’interesse ad abbassare il livello d’attenzione sul caso, considerati gli imbarazzanti dettagli che sembrano indicare sempre più chiaramente verso una responsabilità Ucraina dietro l’attacco. Uno dei troppi casi, agli occhi dei «protettori americani», in cui l’afflato anti-russo in risposta all’aggressione militare potrebbe essersi spinto oltre il livello di guardia tollerato. «Non parliamo del Nord Stream», è il tacito accordo che regna ormai tra funzionari di governi e intelligence occidentale, come sintetizza al Washington Post un diplomatico europeo.

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