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La famiglia Orlandi si appella a Meloni: «Promuova la ricerca della verità su Emanuela»

22 Giugno 2023 - 13:02 Redazione
Intanto, su Twitter, Calenda esorta il Senato ad approvare «velocemente la proposta di istituire la commissione bicamerale d’inchiesta»

«La famiglia Orlandi ritiene che gli ideali della verità e della giustizia non abbiano colore politico e non appartengano a nessun partito, ma a tutti gli uomini di buona volontà. Per tale motivo, rivolge un appello alla presidente Giorgia Meloni, con l’auspicio che possa contribuire, nel rispetto dei ruoli, alla ricerca della verità sulla scomparsa di Emanuela e al contempo a chiarire tutti i fatti che in questi quaranta anni hanno segnato l’Italia e sono ancora rimasti oscuri». È la nota che l’avvocata Laura Sgrò, per conto della famiglia Orlandi, ha girato all’Ansa la mattina del 22 giugno. Ma non è l’unico appello pubblicato dai familiari di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni scomparsa il 22 giugno 1983, nel 40esimo anniversario della sua sparizione. «Mi auguro che la documentazione fornita alla Procura di Roma sia rilevante e che il Vaticano continui a collaborare fattivamente con la Procura stessa. Sono tante le cose da chiarire, mia sorella merita verità e giustizia», ha dichiarato il fratello della vittima, Pietro Orlandi. La famiglia auspica anche che Papa Francesco, nell’Angelus di domenica 25 giugno, «ricordi con parole di speranza Emanuela, una sua cittadina che manca da 40 anni. Sarebbe un gesto importante, di carità, in pieno spirito evangelico, che metterebbe fine a ogni polemica e rafforzerebbe la volontà di tutti nel cercare la verità». Intanto Carlo Calenda, su Twitter, ha esortato i gruppi politici ad «approvare velocemente anche al Senato la proposta di istituire la commissione bicamerale d’inchiesta. È assolutamente necessario fare chiarezza, conoscere la verità è diventato ineludibile. La scomparsa di Emanuela Orlandi rimane ancora una ferita aperta che lede la dignità dello Stato italiano e dei suoi cittadini. Davanti a questo caso, il Paese non può più voltarsi dall’altra parte».

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