Titan, quell’allarme sulla sicurezza ignorato dal Ceo di OceanGate nel 2018: «Viaggi pericolosi? Accuse infondate, vogliono solo fermarmi»

L’esperto Rob McCallum tentò senza successo di allertare Stockton Rush sui gravissimi pericoli: «Si immaginava come un imprenditore anticonformista e svincolato da ogni regola»

Ora che del sommergibile Titan non restano che qualche rottame, e che la sorte drammatica dei cinque passeggeri è stata appurata – una «catastrofica implosione» del sommergibile a poche ore dall’inizio della missione – restano senza risposta alcune domande inquietanti: come è potuto succedere? E soprattutto, è stato fatto tutto il possibile perché non capitasse? A sollevare nuovi dubbi sulla sicurezza del servizio operato dalla società OceanGate è la Bbc, entrata in possesso di alcuni scambi di e-mail risalenti al 2018 in cui l’esperto di esplorazioni Rob McCallum metteva in guardia il fondatore e Ad dell’azienda Stockton Rush – una delle cinque vittime a bordo del sommergibile imploso nell’Oceano Atlantico – sui rischi legati alla sicurezza. «Penso che tu stia potenzialmente mettendo te stesso e i tuoi clienti in una dinamica pericolosa», scriveva l’esperto ormai più di cinque anni fa. Ma Rush, per tutta riposta, minimizzò gli allarmi sollevati da McCallum come «grida infondate». A fare luce su tutti questi aspetti potrebbero essere le autorità canadesi, che ieri hanno aperto un’inchiesta per chiarire cos’è successo.


Cassandra fastidiosa

OceanGate è stata fondata nel 2009 con l’obiettivo di offrire ai suoi clienti un’esperienza unica: un’esplorazione sottomarina nel luogo dove si trova il relitto del Titanic al prezzo di 250mila dollari a persona. Dalle mail pubblicate dalla Bbc sembra che le preoccupazioni di Rush per il suo progetto non fossero legate ai rischi per la sicurezza, semmai alla tenuta economica della sua società. «Mi sono stufato che altri player del settore usino la scusa della sicurezza per fermare l’innovazione e far sì che nuovi soggetti entrino nel loro piccolo mercato», scrive il fondatore di OceanGate in una mail del 26 marzo 2018. McCallum tentò disperatamente di segnalare i rischi di immersioni avventurose, sì, ma prive dei necessari standard di sicurezza. «Credo che lei stia ponendo se stesso e i suoi clienti in una situazione potenzialmente pericolosa». Tutto inutile: Rush rispose infastidito che aveva «già sentito le grida infondate “Ucciderai qualcuno” troppo spesso: lo prendo come un insulto personale». McCallum infine desistette quando gli avvocati della OceanGate minacciarono di ricorrere alle vie legali.


Allarme ignorato

Intervistato ora dalla Bbc, Rob McCallum ha spiegato nel dettaglio quali sono i due problemi alla base della tecnologia di OceanGate. «Il primo è che la fibra di carbonio non è un materiale accettabile», dice l’esperto. «L’altro problema – aggiunge – è che questo era l’unico sommergibile al mondo che svolgeva un’attività commerciale non classificata. Non era certificato da un’agenzia indipendente». Negli anni in cui ha fondato OceanGate, Rush avrebbe minimizzato questi dubbi perché, spiega McCallum, «si immaginava come una specie di imprenditore anticonformista» e «a cui piace pensare fuori dagli schemi ed essere svincolato dalle regole».

Foto di copertina: Stockton Rush, fondatore di OceanGate

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