Daniela Santanchè, le indagini e il fallimento: così l’Inps può salvarla dalle accuse sulla Cig Covid

La ministra in Aula giovedì prossimo. Lei dice che non vede l’ora. Ma rimane il caso del dipendente in Cassa Integrazione che lavorava durante la pandemia

La ministra del turismo Daniela Santanchè andrà giovedì prossimo in Parlamento a rispondere alle accuse su Visibilia e Ki Group. Mentre una mozione di sfiducia per ora non è all’orizzonte. Perché non avrebbe i numeri per passare. «Non vedo l’ora di essere sui banchi del Senato», avrebbe detto lei ai colleghi di partito e coalizione. «Non ho nulla da nascondere. Spiegherò punto per punto», ha promesso la ministra alla premier Giorgia Meloni. Ribadendole di non aver ricevuto avvisi di garanzia. Intanto però c’è da spiegare il caso del dipendente di Visibilia in cassa integrazione Covid. E che è stato anche assistente della stessa Santanchè e poi di Ignazio La Russa dal 2018 al 2021. L’azienda ritiene di aver chiuso i problemi con lui inviandogli una busta paga con arretrati per 37 mila euro. Ma rimane la questione delle certificazioni inviate all’Inps. Che possono avere rilevanza penale.


Visibilia e Ki Group

Secondo il Corriere della Sera la ministra non ha paura dell’audizione a Palazzo Madama. Né di un eventuale voto, visto che una sfiducia «non passerebbe mai». E finirebbe anche per ricompattare la maggioranza. Dove Lega e Forza Italia mantengono la pressione nei suoi confronti. «Non ho processi, non ho condanne, davvero non capisco questo accanimento contro di me», dice lei. Il confronto non andrà in scena questa settimana, spiega il quotidiano, perché questo giovedì si festeggia San Pietro e Paolo e quindi molti parlamentari faranno “ponte”. Matteo Salvini ha chiamato intanto la ministra per esprimerle «stima e vicinanza». Mentre lei ha una risposta anche per i 2,7 milioni di prestito da restituire a Invitalia: «Non devono chiedere a me. Io ho solo il 5% di Ki Group». Mentre sul fondo degli Emirati Arabi Uniti che ha finanziato Visibilia con 3 milioni «non ci sono ombre. Negma ha comprato azioni della società».


«L’accusa della procura è caduta, non c’è bancarotta»

Secondo Santanchè l’accusa della procura «è già caduta». E quindi non ci sono né il fallimento né la bancarotta. Il Fatto Quotidiano invece torna sulla Cig a zero ore da marzo a 2020 a novembre 2021 con gli aiuti Inps del governo Conte II. C’è una causa davanti al giudice del lavoro di Roma. I legali del gruppo si oppongono alle richieste di risarcimento danni del dipendente. E nella memoria dell’8 giugno ammettono che per l’azienda «ha svolto determinate attività (senza mai mettere piede nei locali aziendali), ricevendo e inviando mail». E che nel frattempo lavorava in Senato (fino al 2021). Per quegli incarichi «emetteva fatture mensili». Per questo, scrivono gli avvocati, «Visibilia Editrice, viste le contestazioni mosse nel ricorso, ha ritenuto opportuno definire la posizione sotto il profilo retributivo-contributivo». Versando i 37 mila euro nel marzo 2023.

Le certificazioni della Cassa Covid

Secondo Il Fatto però sul tavolo rimane il punto delle certificazioni della Cassa Covid. Che avrebbero una potenziale rilevanza penale. Dovrebbe essere però l’Inps a sollevare la questione. L’ente è attualmente commissariato, mentre la vigilanza spetta alla ministra del Lavoro Marina Calderone e a quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Dall’Agenzia delle Entrate sempre sotto la competenza di Giorgetti invece dipendono il fallimento e l’accusa di bancarotta per Visibilia. Il fisco deve infatti decidere sulla richiesta di transazione per i debiti fiscali.

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