Sgarbi risponde a Sangiuliano dopo la bacchettata del ministro: «Era dissacrazione». Le scuse del presidente del Maxxi

Il sottosegretario alla Cultura mantiene la sua posizione: «Rivendico la mia libertà creativa»

Non si placa Vittorio Sgarbi riguardo la polemica nella quale si è inserito anche il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano. Il sottosegretario, sotto attacco per volgarità e turpiloquio nel proprio intervento lo scorso 21 giugno al Maxxi, il museo dell’arte del 21esimo secolo di Roma, afferma di condividere «parola per parola» la posizione del ministro. Ieri, Sangiuliano ha commentato la vicenda con queste parole: «La libertà di manifestazione del pensiero deve essere sempre massima e garantita a tutti, ma trova il suo limite nel rispetto delle persone. Anche le forme dell’espressione non devono mai ledere la dignità altrui». Tuttavia, aggiunge il critico d’arte: «Quello era uno spettacolo: lì il sottosegretario non c’era, c’era Vittorio Sgarbi che Giuli e Morgan hanno voluto come attore». Sangiuliano aveva anche affermato che «sessismo e turpiloquio sono sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le istituzioni».


La replica di Sgarbi

Ora Sgarbi risponde: «Nelle mie funzioni di sottosegretario, la mia dottrina e il mio ruolo sono contegnosi». E ancora: «Le parolacce non le dico mai, se non in un contesto in cui sono pertinenti. In quel caso sono stato chiamato dal presidente del MAXXI Giuli e da Morgan, che per me è come un figlio, come attore. Non ero lì a inaugurare una mostra, ma a fare un discorso in un luogo che è il centro della dissacrazione, perché l’arte contemporanea è dissacrazione. Rivendico perciò la mia libertà creativa in un luogo creativo e chiedo di garantirla anche a Sangiuliano in un luogo in cui la dissacrazione – ribadisce – è la regola». Conclude il sottosegretario: «Questo caso è stato calcolato a freddo da parte di qualche funzionario per attaccare Giuli attraverso Sgarbi». Che le cose stiano così o meno, il presidente del Maxxi Alessandro Giuli, intervenuto al Tg1, ci tiene a prendere le distanze dal discorso di Sgarbi.


Le scuse di Giuli

«Mi sento di sottoscrivere completamente e convintamente le osservazioni di Sangiuliano, dichiara Giuli». Aggiungendo: «Il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. Quindi a posteriori non c’è spazio per alcuna considerazione che ricalchi lo schema che abbiamo visto nell’inaugurazione dell’Estate al Maxxi». Parole inaspettate quelle di Sgarbi per le quali Giuli ha chiesto «scusa alle dipendenti e ai dipendenti» del museo che nei giorni scorsi hanno manifestato il loro disagio nei confronti dell’intervento. «Sono scuse che il MAXXI fa a se stesso e a tutte le persone che si sono legittimamente sentite offese da una serata che nei presupposti doveva andare su un altro binario». Entra nel merito il presidente: «Tutto nasceva con presupposti diversi, doveva essere una libera e mite conversazione tra un artista e un sottosegretario». E ancora: «Durante la circostanza la discussione ha preso una piega diversa, di fronte alla quale io ho cercato, per quanto mi era possibile, di contenere gli esiti del possibile disagio che poi ne è nato».

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