Pd, De Luca torna ad accusare Schlein: «Ha sequestrato il partito in Campania e ha promosso una volgare aggressione mediatica contro di me» – Il video

Il presidente della Campania ha anche detto di essere «imbarazzato da chi spende 300 euro per l’armocromia»

La frattura tra la segreteria di Elly Schlein e il Partito democratico cosiddetto “degli amministratori” appare insanabile. Il frontman del dissenso interno è senza dubbio Vincenzo De Luca, forse l’unico a criticare pubblicamente la leader del Nazareno. Gli attacchi di oggi, 3 luglio, a margine della presentazione della mostra Hostia. Pier Paolo Pasolini, seguono quelli dello scorso venerdì, quando il presidente della Campania aveva ironizzato sui risultati del Pd alle ultime amministrative. Dall’armocromia alla questione – che lo riguarda – del terzo mandato, De Luca ha rinvigorito il fronte di polemica con gli schleiniani. «Mi imbarazza avere gente che magari consuma 300 euro l’ora per le imbecillità: 300 euro sono i due terzi di una pensione minima, quindi mi domando quale credibilità possa avere chi ha questo rapporto di coerenza fra il modo di vivere e il modo di parlare». Sulle intenzioni della segretaria, che non vorrebbe una ricandidatura di De Luca in Campania, l’attuale governatore ha accusato Schlein di essere la prima dei cacicchi. L’attuale legge elettorale, non consente a De Luca una terza candidatura, ma il governatore non ha fatto mistero di voler lavorare per cambiarla: «Questo problema del terzo mandato viene sollevato da gente che ha quattro, cinque, sette mandati. L’onorevole Schlein tre mandati se li è già concessi: Parlamento europeo, Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, Parlamento italiano. Direbbe qualcuno che è una cacicca ante litteram».


«In Campania, alle primarie, il 70% ha detto di no al look di Schlein»

Il governatore ha parlato anche della situazione del Pd campano, commissariato da Schlein dopo l’esito delle primarie. «Qualcuno dovrà spiegare come e perché si sia verificato il sequestro del Pd in Campania. In Campania, alle primarie, il 70% ha detto di no al look di Schlein, e siccome ha detto di no, viene sequestrato il partito con argomenti penosi. Io non avevo il tempo per fare le primarie. Sono l’unico che non ha fatto neanche una sola iniziativa pubblica per le primarie e si è trovato oggetto di un’aggressione mediatica volgare, promossa anche da Schlein sui giornali. Mi ritrovo oggetto di un’aggressione mediatica, soprattutto da parte di un giornale di proprietà di uno che fa il miliardario in Svizzera e il rivoluzionario in Italia. Che allegria, che ricchezza cromatica». Quando al presidente della Regione è stato chiesto se lui rispetti l’esito del congresso che ha incoronato Schlein, lui ha risposto: «Lo rispetto, ma se vogliamo parlare di voti io ho preso, solo in Campania, quasi il triplo dei voti che ha preso in tutta Italia la Schlein. La vita democratica è fatta anche di episodi molto effervescenti, a volte molto poco meditati, quindi questo argomento vale fino a un certo punto. Ci sono stati i voti? Bene, ma prima dei voti ci sono stati altri voti di partito che hanno detto un’altra cosa».


«A Roma abbiamo il 90% di miracolati, di cooptati che non sarebbero in grado di conquistare neanche il voto delle madri»

Le parole usate da De Luca sono state molto pesanti anche nel bocciare l’indirizzo politico dato al partito. Schlein, ha affermato, «ha rotto con i cattolici, con il mondo delle imprese e non dice nulla sul mondo del lavoro, soprattutto dei giovani». Poi, il presidente ha annunciato un evento nel mese di settembre in cui sembra intenzionato ad approfondire ulteriormente la sua versione della diatriba con Schlein: «Io non ho paura di nessuno e non debbo nulla a nessuno». Ha rivendicato il suo consenso nella regione e, anche per questo, ha criticato in più passaggi la scelta di aver preso «in ostaggio il Pd campano». A tal proposito, ha aggiunto: «C’è una palude a Roma, diciamo che gli uomini liberi non sono ben graditi. Io ho un vantaggio rispetto a tutti quanti, non sono debitore di nulla a nessuno e ho semplicemente il mio lavoro dietro di me, la mia militanza, i risultati amministrativi e, se consentito, il consenso dei cittadini. A Roma abbiamo il 90% di miracolati, di cooptati che non sarebbero in grado di conquistare neanche il voto delle madri. Siamo arrivati al punto in questo Paese – ha ribadito – che il consenso diventa un motivo di polemica politica, vanno bene cioè solo quelli che non hanno neanche il voto della madre. Ma la democrazia è fatta di consenso. Chi sono i responsabili del disastro del Pd da 10 anni? Per chi hanno votato tutti i membri della segreteria uscente, tutti i membri di governo, tutti quelli che hanno gestito il partito in questi 10 anni? Io sono l’unico che credo abbia parlato chiaro da anni sull’assenza di una linea politica, di un programma credibile, di una proposta per il Sud. L’unico che ha avuto una posizione critica nei confronti della linea politica viene aggredito, tutti quelli che hanno la responsabilità del disastro elettorale fanno i rinnovatori. Ma il tempo delle finzioni e delle cialtronate è finito».

«Il Pd si sveglia ora sull’autonomia, chiacchiere non servono a nulla» – Il video

Leggi anche: