Caldo record, come difendersi sul lavoro: da Nord a Sud, ecco le misure in ogni settore

C’è chi ipotizza sospensioni del lavoro e chi opera di notte anziché di giorno

Il caldo record è qualcosa con cui dovremo fare i conti. Le temperature anomale registrate negli scorsi giorni, destinate a tornare con crescente frequenza nel futuro, impongono un ripensamento delle nostre abitudini. A cominciare dal lavoro. Ai moniti di Inps e Inail, e alla proposta dei medici tedeschi di introdurre una «siesta» a mezzogiorno, si aggiungono le misure adottate di settore in settore in tutta Italia. In quello dell’agricoltura, per esempio, i contraccolpi delle alte temperature sono più duri e si manifestano soprattutto al Sud: per questo, scrive Repubblica, in Puglia e in Calabria è scattato il divieto di lavorare. La sospensione dell’attività interviene quando la colonnina di mercurio raggiunge i 35 gradi, e prevede come ammortizzatore la Cassa integrazione. La Sicilia ha invece evitato di adottare il fermo, con grande disappunto dei rappresentanti dei lavoratori agricoli della Regione.


Industria

A risentire del caldo soffocante sono anche i lavoratori in fabbrica. Anche qui hanno cominciato a venir adottate sospensioni, con accordi specifici: come in due stabilimenti della Marelli, uno a Sulmona, in Abruzzo e l’altro a Venaria Reale, nel Torinese, che hanno incrementato la frequenza delle pause. Nello stabilimento Whirpool a Melano, vicino a Fabriano, è stata rispolverata una misura anti-Covid: pausa aggiuntiva di 7 minuti sopra i 31 gradi. Nello stabilimento Whirlpool di Cassina pause retribuite aggiuntive di 10 minuti. Le pause sono invece raddoppiate alla Faiveley Transport di Piossasco, in provincia di Torino. Alle dette sospensioni si aggiunge l’installazione, nei reparti, di erogatori di acqua fredda e distributori di integratori e sali minerali.


Edilizia

La soluzione adottata nell’edilizia invece consiste nel ribaltare il ciclo sonno-veglia: per evitare di bloccare i cantieri, dal Lazio alla Puglia si lavora di notte. Nella speranza di evitare i problemi legati all’esposizione dei lavoratori al sole battente. I piccoli cantieri, quelli privati, si possono fermare, ricorrendo alla cassa integrazione quando si superano i 35 gradi percepiti. Dovranno invece proseguire gli interventi stradali, per evitare ingorghi ed incidenti. A Roma, per esempio, alcune aziende hanno cambiato i turni: dalle 5 alle 14 o dalle 6 alle 12. Anche i lavori del Comune sono tutti in notturna. Nel frattempo ai lavoratori sui ponteggi o sulla strada vengono distribuiti integratori, creme solare ad alta protezione ed acqua.

Uffici pubblici

La canicola mette alla prova anche i dipendenti dei pubblici uffici. Questo perché, in molti casi, si trovano a lavorare in ambienti antiquati, con impianti di condizionamento non funzionanti. Una situazione che si ripresenta senza particolari distinzioni dal Nord al Sud, passando per le isole: a Rovigo, per esempio, i sindacati hanno denunciato temperature negli uffici oltre i 40 gradi. Nelle aule dei tribunali e della Procura di Roma, sono stati registrati malori a causa dell’assenza di aria condizionata. Difficoltà si registrano inoltre negli uffici dell’Agenzia delle Entrate, nella sede del ministero delle Imprese e persino al ministero dell’Ambiente.

Turismo

Da ultimo, bisogna considerare il settore del turismo, dove i lavoratori si trovano a dover lavorare sotto il sole cocente senza la possibilità di fermarsi. Così come i camerieri, che nonostante il sole picchi forte hanno il compito di servire i tavoli all’aperto. Lavoratori più difficili da tutelare anche per colpa dell’ampia diffusione di lavoro nero nel settore. Carenza di protezione analoga a quella registrata per i rider: per loro fatica doppia, nonostante la diffusione di mezzi più “agili” e sempre più diffusi come le biciclette a pedalata assistita. Insomma, bisogna lavorare per sopravvivere. Ma la sfida, ormai, diventerà sopravvivere al lavoro.

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