Modifiche Pnrr, il Servizio studi del Parlamento: «Non c’è copertura alternativa per i 16 miliardi di progetti tagliati»

Dura la segretaria del Pd Schlein: «Il Parlamento è stato esautorato, ci avete messo 10 mesi per decidere di cancellare i progetti»

Dura quasi un’ora l’intervento di Raffaele Fitto, alla Camera, la mattina del primo agosto. Si discute la rimodulazione del Piano di ripresa e resilienza proposta dal governo Meloni. E il fuoco dell’attenzione è sempre acceso sui quasi 16 miliardi di euro di progetti stralciati dal Piano. Non erano realizzabili nelle tempistiche imposte dall’Unione europea, sostiene il ministro per il Pnrr. Ma garantisce che, attingendo da altre risorse nazionali ed europee, ciascuno di quei progetti, prima o poi, vedrà la luce. Intanto quei 16 miliardi vengono dirottati altrove, senza garanzie scritte o indicazioni precise su come verranno foraggiati gli obiettivi definanziati nel Pnrr. I dubbi non sono nutriti solo dalle opposizioni, ma anche da alcuni amministratori locali dei partiti di maggioranza. Persino il Servizio studi del Parlamento, con una relazione, mette in allarme sulla rimodulazione del piano: «Si sottolinea come il rapporto del governo non specifichi quali saranno gli strumenti e le modalità attraverso i quali sarà mutata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate dal Pnrr». A oggi, dunque, mancano le coperture alternative per i 16 miliardi di progetti tagliati. La relazione è una sorta di biasimo della ricostruzione in Aula di Fitto: il Servizio studi ammonisce l’esecutivo perché «una determinazione appare fondamentale al fine di verificare che le fonti alternative di finanziamento dispongano di una adeguata dotazione di competenza e di cassa nell’ambito del bilancio dello Stato».


Le critiche di Elly Schlein

Tradotto? Non c’è alcuna certezza che i progetti tagliati dal Pnrr, per un valore complessivo di circa 16 miliardi, troveranno una copertura in futuro. Si tratta, ad esempio, delle iniziative di contrasto al dissesto idrogeologico, di rigenerazione urbana, di decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, di valorizzazione dei beni confiscati alle mafie. Durante le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni presentate a corredo delle comunicazioni del ministro Fitto, per il Partito democratico, prende parola la segretaria Elly Schlein: «Ministro, ha detto che le critiche delle opposizione non sono arrivate nel merito di misure concrete. Eccole. Avete deciso di cancellare i piani urbani integrati, di dire addio ai progetti di riqualificazione di Scampia, addio a Bari al parco della Rinascita al posto della fabbrica dell’amianto, addio a Fiumicino alla rigenerazione di un palazzetto dello sport che cade a pezzi, addio al polo scolastico del Ponente a Genova. Ci state rubando futuro in modo molto concreto». L’attacco della leader del Nazareno comprende anche l’operato della presidente del Consiglio: «È sempre più evidente che vi siano due diverse Giorgia Meloni, una che qualche giorno fa un video per annunciare la necessità di un grande piano di prevenzione del dissesto idrogeologico e un’altra, quella che guida un governo che ha appena scelto di tagliare risorse destinate esattamente a questo scopo».


Sul dirottamento delle risorse dai progetti del Pnrr ai capitoli del REPowerEU, Schlein ritiene che «Non sia una grande idea accrescere il REPowerEU con pochi progetti affidati alle grandi partecipate dello Stato se lo si fa a danno di tante piccole opere degli enti locali sul dissesto, sulla rigenerazione, sul verde urbano. Peraltro, penalizzando anche piccole imprese di costruzione, penalizzando interventi che aiutino a rendere le nostre città più vivibili nelle ondate di calore. Anche questa è sicurezza. È sempre facile negare i cambiamenti climatici al fresco dei propri condizionatori. Mentre lavoratrici e lavoratori, come è successo negli ultimi giorni a due braccianti, muoiono di caldo nelle ore di lavoro». La segretaria del Pd definisce quelle del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin «delle lacrime di coccodrillo». E conclude la sua arringa: «Ci avete fatto attendere 10 mesi queste modifiche del Pnrr sulle quali il Parlamento è stato esautorato, perché la governance prevede che non basti una comunicazione d’ufficio come quella di oggi, ma che serva un voto preventivo delle Camere» prima di modificare il piano. «Avete passato 10 mesi a decidere la cancellazione di tanti progetti, spiegando che verranno rifinanziati successivamente, ma pensate di metterci 10 anni a realizzarli? Ci dovete spiegare cosa avete contro i Comuni visto che state scaricando tutto su di loro: dai tagli al Pnrr, all’accoglienza diffusa, fino alle procedure sul Reddito. Ci state rubando il futuro».

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