Matteo Renzi spiega il suo sì al premierato: «E sul Twiga ognuno fa quello che vuole»

Il leader di Iv: sulle riforme si lavora insieme

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi spiega oggi il suo sì al premierato in un’intervista al Corriere della Sera. E sui parlamentari del suo partito che vanno al Twiga con Daniela Santanchè ribadisce che ognuno fa quello che vuole. Nel colloquio con Maria Teresa Meli Renzi sostiene che è Carlo Calenda ad aver cambiato idea sull’elezione diretta del premier. Poi spiega quello che propone: «Semplice: il cittadino elegge il capo del governo come elegge il sindaco. Non è solo una mia proposta: è l’impegno che il Terzo polo, tutto unito, ha messo nel programma. Si tratta di restituire il potere al “cittadino arbitro” come lo chiamava Ruffilli. Inutile lamentarsi dell’astensionismo se poi uno va a votare e il suo voto non conta. Pensi alla ultime elezioni spagnole, ad esempio. Eleggere direttamente il premier significa difendere le istituzioni in un momento di crisi della democrazia nel mondo».


L’elezione diretta del premier

Renzi dice che la sua non è una mano tesa a Giorgia Meloni, ma un modo di fare politica: «Sulle riforme si lavora insieme, maggioranza e opposizione. Quando ero premier hanno fatto fallire la riforma pur di attaccarmi: non farò come loro. Quando la Meloni era all’opposizione mi attaccava tutti i giorni sull’euro, sulla Nato, sulle trivelle, sull’immigrazione. Io sono e resto all’opposizione di questo governo, ma se su questi temi lei ha cambiato idea, sono felice. Non si chiama inciucio, si chiama politica». E su Azione invece replica: «Il programma elettorale del Terzo polo lo ha firmato Calenda, non io. C’era l’elezione diretta del premier. A forza di cambiare idea Carlo smentisce anche se stesso». Sulla cena al Twiga invece rimarca: «Il mondo va a pezzi dal Niger all’Ucraina. L’aumento del prezzi mette in ginocchio il ceto medio. L’Europa è a un bivio: o si rilancia o muore il sogno dei padri fondatori. Davanti a questi problemi, mi permetterà di non interessarmi alle cene di Bonifazi o di Richetti. Ognuno va a cena con chi vuole. Attaccare gli alleati per una cena non mi sembra lungimirante e nemmeno liberale. Io combatto contro sovranisti e populisti, Calenda attacca me.


La commissione Covid

Sulla commissione Covid Renzi dice che «è vero: ci tengo tanto. E ci tengo perché non ho paura della verità. La verità sui soldati russi chiamati in Italia da Conte, sulle mascherine e le provvigioni, sui banchi a rotelle e le scelte sull’edilizia scolastica, sulle riaperture, sulla campagna di vaccinazione. E a chi dice che le commissioni di inchiesta non servono, dico: andate a parlare con la famiglia di David Rossi e poi ne riparliamo. Azione e Italia Viva hanno votato a favore di questa proposta alla Camera. Noi non cambieremo idea al Senato». Infine, Mattarella: «Lui è un bravo arbitro che ricorda le regole ai giocatori. I quali devono dimostrare di saperci fare con il pallone, non devono tirare la giacchetta dl direttore di gara».

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