Modifiche Pnrr, tra i presidenti di Regione la preoccupazione è trasversale. Giani: «Di quei 16 miliardi recupereremo solo una minima parte»

Il governatore della Toscana racconta di «un oggettivo imbarazzo» tra i suoi colleghi di centrodestra e attacca l’esecutivo: «Al nostro territorio è stato tolto un miliardo»

I ritardi sulla terza rata. Poi la tanto ambita erogazione, ma azzoppata dall’assenza dei 500 milioni previsti per le residenze universitarie. Il Pnrr è l’assillo più rognoso per Giorgia Meloni durante la prima estate del suo esecutivo. E nell’ultima settimana, un altro dossier sta turbando la navigazione del governo: la rimodulazione del Piano, con lo stralcio di quasi 16 miliardi di progetti. Quei soldi saranno dirottati nel capitolo REPowerEU, dedicato alla transazione energetica, con grandi benefici per i colossi del settore partecipati dallo Stato, come Enel e Terna. Chi invece si vedrà sottratta una fetta importante di risorse sono gli enti locali. Raffaele Fitto, ministro per il Pnrr, ha assicurato che nessun progetto uscito dal Pnrr in questa fase salterà: saranno garantite nuove linee di finanziamento, attingendo dal Fondo di sviluppo e coesione, dai Fondi strutturali europei, dal Fondo investimenti della sanità. Rassicurazioni generiche, tanto che il Servizio studi del Parlamento ha dovuto correggere l’entusiasmo del ministro: «Ad oggi, non c’è una copertura alternativa per i 16 miliardi di progetti tagliati». È la prima reprimenda subita da Fitto e dal governo, nelle ultime 24 ore. Nella mattinata del 2 agosto, è arrivato il secondo rimbrotto: la Conferenza delle Regioni ha riunito i governatori per affrontare la questione rimodulazione. Se persino il presidente leghista Massimiliano Fedriga, che è membro di un partito di maggioranza, rimarca che non c’è stato coinvolgimento «sull’elaborazione del documento di revisione», un moto di insofferenza deve aver scosso anche i presidenti del centrodestra, non solo del centrosinistra.


Giani: «I fondi citati da Fitto servivano già per altri interventi, come il rifacimento delle strade, non per coprire i progetti stralciati dal Pnrr»

Il toscano Eugenio Giani l’ha dichiarato in modo decisamente più esplicito: «Le Regioni sono tutte molto imbarazzate. Mentre io sono più libero di esprimermi, essendo di un altro schieramento politico, le altre Regioni non hanno magari la stessa libertà perché hanno un vincolo di natura politica, ma posso assicurare che sono molto, molto imbarazzate». Contattato da Open, il presidente della Toscana ha fatto notare dei vulnus nelle rassicurazioni di Fitto: «Quando dice, genericamente, che per i progetti stralciati verranno utilizzate altre risorse, come quelle del Fondo per lo sviluppo e la coesione – l’Fsc -, è evidente che c’è un’omissione di verità. I territori, tra cui anche la mia Toscana, hanno già delle attese da quel fondo, che è l’unico che consente, ad esempio, di intervenire per il rifacimento delle strade. Poiché non si tratta di un fondo illimitato, è evidente che se vai a pescare risorse di lì per progetti che hai deciso di definanziare con il Pnrr, mi stai togliendo delle possibilità di dare risposte ai cittadini sulle infrastrutture stradali». Nel discorso che Fitto ha rivolto ieri, primo agosto, alle Camere, è stato eluso il problema. Sentite altre fonti che hanno assistito alla Conferenza delle Regioni, a Open risulta che la preoccupazione tra i governatori è trasversale: «Molti dei presidenti del centrodestra non volevano andare contro il governo e il ministro Fitto e hanno scelto di manifestare la propria apprensione dal punto di vista esclusivamente tecnico».


«Interdetto per le modalità con cui sta avvenendo la ricontrattazione del Pnrr tra governo ed Europa»

Un altro aspetto che è emerso riguarda il mancato coinvolgimento preventivo degli enti territoriali, prima di procedere con la modifica del Piano. Il documento del 27 luglio che esplicitava i tagli dei progetti dovrebbe essere stato già inviato a Bruxelles: «Adesso stiamo qui a chiacchierare, ma pare sia già tutto deciso e non si possa tornare indietro». Nella riunione della Conferenza delle Regioni, «ogni presidente, forse qualcuno in modo più timido di altri, ha avuto qualcosa da ridire». Perciò si è optato per fare una raccolta delle rimostranze e di presentarla a Fitto in un incontro che si dovrebbe tenere nei prossimi giorni. «È stata fatta una scelta piegata ai poteri forti», ha affermato un’altra fonte, «visto che quei 16 miliardi sono stati tolti ai territori per essere affidati, in parte, alle grandi società partecipate come Enel e Terna». Tornando al presidente della Toscana, Giani ha affermato di essere «interdetto per le modalità con cui sta avvenendo la ricontrattazione del Pnrr tra governo ed Europa». E si è detto convinto che, «giacché le coperture alternative citate da Fitto non sono infinite e soprattutto erano già considerate spendibili per altri progetti, dei quasi 16 miliardi strappati ai territori ne recupereremo solo una piccola parte». La Toscana, in seguito alla rimodulazione del governo, ha visto venire meno circa un miliardo per i progetti inizialmente inclusi nel Pnrr. Si tratta di misure per la difesa del suolo e la mitigazione ambientale sui cambiamenti climatici. Giani ha citato, come esempio di risorse sparite, i 96 milioni «che erano stati previsti per un progetto innovativo che andava a contrastare l’erosione delle spiagge toscane». Ma gli interventi saltati sono molti e riguardano diversi ambiti, dal potenziamento delle strutture sanitarie alla rigenerazione urbana. Una beffa per la Regione, che sta procedendo speditamente con l’attuazione del Piano: il 62,9% di tutti i progetti in Toscana è già partito. «Questi sono dati, sono numeri», ha concluso Giani. «Invito Fitto ad approfondire cosa accadrà, nei singoli territori, dopo lo stralcio dei 16 miliardi».

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