Il ministro Urso e la difesa (boomerang) sul caro-benzina: «Senza accise abbiamo la benzina più bassa di altri paesi europei»

Coro di critiche per le ultime dichiarazioni del titolare del ministero delle Imprese e del Made in Italy

«Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania». Questa la difesa del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sul caro-benzina, spiegando come sia «falso quanto affermano alcuni esponenti politici che il prezzo di benzina e gasolio sia fuori controllo, anzi è vero il contrario: l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei». Una mossa che però sembra avere l’effetto boomerang perché suscita reazioni dure e critiche sia in rete che nell’opposizione.


L’ironia su Twitter

«Il ministro Urso dice il vero, ma gli italiani continuano a dover pagare la benzina con le accise, non senza. Vantarsi che senza accise la benzina in Italia costa meno (mentre con le accise è una delle più care in Europa) suona come una presa in giro nei confronti degli italiani», commenta un utente su Twitter. E ancora: «Purtroppo le accise ancora si contano perché Giorgia e Matteo le hanno tolte solo nelle dichiarazioni prima delle elezioni».


Misiani (Pd): «Dichiarazioni fuori dalla realtà»

«Le dichiarazioni del ministro Urso sulla situazione dei prezzi dei carburanti che sarebbe migliore di quella degli altri Paesi europei e sulla presunta ‘piena efficacia’ dei cartelloni con il prezzo medio di benzina e gasolio sono del tutto fuori dalla realtà», ha commentato il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. «La verità è che le misure contro il caro carburanti varate in pompa magna dal governo Meloni si sono rivelate un buco nell’acqua, come era stato ampiamente previsto sin dalla discussione parlamentare del decreto legge sulla trasparenza dei prezzi – aggiunge Misiani in una nota -. Al ministro Urso diciamo che il tempo delle chiacchiere e degli annunci è abbondantemente scaduto e che servono atti concreti». «Il governo – prosegue – metta da parte la propaganda e utilizzi l’extragettito da accise e Iva per rifinanziare il buono per il trasporto pubblico, introdotto dal governo Draghi su proposta dell’allora ministro del lavoro Orlando e ridimensionato dall’attuale governo, che ha ridotto lo stanziamento e ha previsto criteri di accesso più restrittivi. Le risorse destinate a questa misura sono pressoché esaurite e servono nuovi fondi per evitare il blocco dell’erogazione dei buoni». Per Misiani «è inoltre opportuno riportare la platea degli aventi diritto al livello previsto inizialmente, innalzando nuovamente la soglia di reddito da 20mila a 35mila euro. Investire sul trasporto pubblico è il modo migliore per reagire al caro carburanti».

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