Tassa sugli extraprofitti delle banche, Tajani torna all’attacco: «Va cambiata: quali istituti non dovrebbero pagarla» – Il video

Il vicepremier alla Versiliana: «Non dobbiamo fare la guerra alle banche, dobbiamo chiedere alle banche di aiutare famiglie e imprese in un momento di difficoltà»

La querelle interna alla maggioranza sulla tassa sugli extraprofitti delle banche non va in vacanza. E a ritornare oggi sulla discussa norma del decreto Omnibus, entrato in vigore lo scorso 11 agosto, è intervenuto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Dal palco di “Incontri al Caffè” del Versiliana festival a Marina di Pietrasanta, il segretario pro-tempore di Forza Italia ha osservato che dopo l’annuncio della misura «abbiamo perso 10 miliardi di euro in Borsa», aggiungendo che se l’annuncio fosse stato fatto «a Borse chiuse, il venerdì sera, sarebbe stato meglio». Il vicepremier ha poi aggiunto: «Noi riteniamo giusto chiedere alle banche un sostegno in vista anche del bilancio allo Stato, però bisogna fare in modo che questo sostegno sia ben realizzato». Secondo il vicepremier ci sono tre punti che andrebbero modificati. Il primo: «Chiediamo di escludere dalla tassazione quelle banche che non sono sotto il controllo della Bce: sono i piccoli istituti, sono le banche di prossimità, quelle che raccolgono soprattutto al Centro-Sud i risparmi degli italiani e che sono più vicine alle esigenze di famiglie e imprese. E sono proprio le banche che potrebbero maggiormente patire le conseguenze del provvedimento. Finirebbero per essere più a rischio delle stesse banche straniere presenti sul territorio italiano». Per Forza Italia, inoltre, «bisogna fare in modo che la tassa possa essere deducibile, quindi aiutare da questo punto di vista le banche, e confermare che è una tantum».


A detta di Tajani sono questi i tre punti fondamentali da tener presenti «per fare sì che il provvedimento possa essere giusto. Non dobbiamo fare la guerra alle banche, dobbiamo chiedere alle banche di aiutare famiglie e imprese in un momento di difficoltà». E Tajani ha concluso: «Capisco la premier Giorgia Meloni, ma non cambiamo idea: presenteremo degli emendamenti in Parlamento – ha proseguito Tajani -. Abbiamo detto fin dall’inizio che avremmo presentato emendamenti per migliorare il testo. Credo che si possa trovare un’intesa (tra gli alleati della maggioranza di governo, ndr): noi vogliamo trovarle perché riteniamo che una norma scritta bene possa aiutare famiglie, imprese, consumatori e piccoli azionisti e e non mettere in difficoltà il sistema bancario, sopratutto quella parte che non è sottoposto al controllo da parte della Bce».


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