Parigi, la triste fine dei monopattini a noleggio: dal 1° settembre scatta il divieto di circolazione. Ecco dove finiranno i mezzi ritirati

La città era stata la prima capitale europea ad aprirsi al mercato dei veicoli a due ruote, e adesso la prima a vietarli, dopo il referendum di aprile

Non sono stati mesi sereni per Parigi, messa più volte a ferro e fuoco a causa dell’uccisione del giovane Nahel da parte della polizia e, prima ancora, per la rivolta per la riforma pensionistica voluta da Emmanuel Macron. Ma le strade della capitale francese sono state per mesi «agitate» anche da un altro conflitto, di ben altra natura: quello tra amanti/guidatori dei monopattini e loro avversari, preoccupati per lo scorrere della viabilità o per il pericolo di incidenti. Una diatriba chiusasi formalmente lo scorso aprile, quando un referendum cittadino ha decretato a furor di popolo (quello andato alle urne, se non altro…) la fine dell’imperversare dei monopattini a Parigi. L’effetto di quella decisione si vedrà tra poche ore. Scatta infatti il 1° settembre la fine dell’esperimento quinquennale del noleggio di scooter elettrici, che potevano essere lasciati ovunque e ritirati tramite un’app.


Parigi era stata la prima capitale europea ad aprirsi al mercato dei veicoli a due ruote, e adesso sarà la prima a vietarli: l’ultimo dei 15mila scooter elettrici della città sarebbe già stato caricato sui furgoni di rimozione, segnando la fine di un’era. I mezzi a due ruote se ne vanno lasciando un ricordo ambivalente tra l’opinione pubblica: da esaltante spiraglio di progresso erano presto diventati ospiti sgraditi a molti cittadini, che li trovavano abitualmente rovesciati tra i marciapiedi o per le strade. Inconvenienti che si sommavano allo stress per i pedoni, ma anche per gli automobilisti, e soprattutto ai dubbi riguardo all’effettivo impatto che i monopattini potevano avere nella lotta alla crisi climatica.


Una battaglia pluriennale

Già tre anni fa, ricorda il Guardian, c’era chi lamentava il fatto che i mezzi a due ruote avessero trasformato la città in «una giungla»: per questo Parigi aveva deciso di intervenire introducendo le normative più severe al mondo, limitando il numero di operatori e monitorando la loro velocità. Ma non era bastato. La sindaca Anne Hidalgo aveva dunque sfoderato l’artiglieria pesante, indicendo ad aprile un referendum sugli scooter. L’affluenza alle urne è stata solo del 7,5%, ma quella piccola porzione non ha lasciato spazio a dubbi: quasi il 90% ha votato a favore del divieto, e il risultato è stato celebrato dal municipio come una vittoria per la democrazia diretta.

Il destino dei monoopattini

Una sconfitta, invece, per i monopattini a noleggio, che ora lasciano un vuoto. E non è chiaro come verrà colmato. Il municipio ritiene che tutti i fruitori dei mezzi, che li utilizzavano principalmente per coprire distanze brevi, ora si rivolgeranno all’ampio trasporto pubblico di Parigi, o alla rete ampliata di piste ciclabili. O in extremis, alle loro gambe.

David Belliard, il vicesindaco dei Verdi e responsabile dei trasporti e degli spazi pubblici, ha dichiarato: «Sappiamo che è possibile vivere in una grande città senza un sistema di noleggio di scooter elettrici… Rientra nel quadro più ampio del nostro lavoro per semplificare, calmare e de-ingombrare lo spazio pubblico di Parigi». Adesso gli esiliati monopattini dovranno cercare una nuova casa. Molti mezzi sono prodotti da Tier, e faranno ritorno in Germania o a Varsavia, mentre Lime li sta spedendo a Lille, Londra, Copenaghen e nelle città tedesche. Quelli targati Dott invece arriveranno fino a Tel Aviv.

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