La folla ai funerali di Giovanbattista Cutolo, la lettera della sorella: «Napoli sei tu, non Gomorra o Mare fuori» – Il video

«Mamma sta lottando per te. Siamo sempre Giogiò e Lulù», è il messaggio che Ludovica fa leggere prima che inizi la cerimonia nella Chiesa del Gesù Nuovo. Appello raccolto dall’arcivescovo Battaglia: «Giògiò vive»

«Napoli sei tu e non Gomorra, non è Mare fuori o il Boss delle cerimonie», è il testo della lettera che Ludovica Cutolo ha scritto per il giovane fratello ucciso da un 17 enne a colpi di pistola. Non riesce a parlare, commossa, e per questo lascia leggere l’amica Rosaria a un microfono prima dell’inizio dei funerali del musicista dentro la Chiesa del Gesù Nuovo. È una cerimonia partecipatissima e carica di commozione dagli amici di Giovanbattista Cutolo, ai gruppi scout, persone comuni e anche politici, che hanno risposto all’appello della madre del ragazzo di mostrare l’anima bella della città. La speranza della donna era che i funerali di suoi figlio fossero l’occasione per la città di rinascere, abbandonando la violenza per accogliere la solidarietà verso gli altri. E l’appello ritorna nelle parole della sorella Ludovica: «Mamma sta lottando per te, con la forza di cento uomini perché non puoi essere definito da quello che ti è successo. Io non sono figlia unica. Siamo sempre Giogiò e Lulù». Un messaggio che viene raccolto dall’arcivescovo Domenico Battaglia: «Giogiò vive, non siamo qui per pregare per lui ma con lui». Un messaggio di speranza nel momento più buio per una comunità che purtroppo deve affrontare la perdita «dell’ennesimo giovane figlio di Napoli ucciso senza alcun motivo da un altro figlio di questa città», come spiega Battaglia nella sua omelia. Infine, un appello ai napoletani e un monito per la politica: «Restate! Restate! E operate una rivoluzione di giustizia e di onestà! Disarmare Napoli, amare Napoli, educare Napoli»


L’arcivescovo: «La vita non è solo durata ma intensità»

La speranza ritorna, ciclicamente, nella scelta del passo del Vangelo da leggere durante la messa: è il passo della Resurrezione di Gesù. Un confronto che si misura sulla disperazione del momento, come ricorda Battaglia, dove «l’assurdo viene toccato con mano». Ma la vita per l’arcivescovo non va misurata sulla durata ma sull’intensità e quella vissuta da Giovanbattista Cutolo è stata all’insegna dell’arte, della bellezza e di Dio.


La mamma: «Chiedo rispetto e giustizia per mio figlio»

Daniela Di Maggio, la madre di Giovanbattista Cutolo, si appella ai valori che contavano di più per il figlio: «È il momento del dolore e del raccoglimento. Giovanbattista ci teneva al rispetto e alla legalità. Fatelo per lui, siate discreti in queste ore di dolore insopportabile». E chiede al contempo rispetto per il dolore della famiglia e giustizia.

I politici ai funerali

A seguire i funerali sul sagrato della Chiesa del Gesù Nuovo c’era una folla di persone venuta per rendere omaggio a Giovanbattista e rilanciare il messaggio di speranza. Un maxischermo permetteva a tutti di assistere. I boy scout si sono seduti lungo le navate e musicisti di ogni età hanno portato il loro strumento come segno di vicinanza al ragazzo e alla sua famiglia. Dentro la chiesa erano seduti:  il prefetto di Napoli, Claudio Palomba e il questore Maurizio Agricola, ma anche figure delle istituzioni come il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il governatore Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. La funzione si è chiusa con due brani della musica classica: l’Ave Maria di Schubert e l’Inno alla gioia di Beethoven. Poi, una volta fuori dalla chiesa, la folla commossa ha salutato la bara bianca di Giovanbattista.

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