Roma, la donna accusata di aver confessato l’investimento di un uomo per coprire il figlio: «Ero io al volante e andavo piano»

La donna tiene il punto. Il pm non le crede

Si chiama Sonia e ha 46 anni la donna accusata di aver confessato di aver investito e ucciso un pedone per coprire il figlio. La procura ha chiesto il processo per il 18enne, che secondo l’accusa guidava senza patente. Mentre lei non è indagata perché, secondo l’articolo 384 del codice penale «non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare se medesimo o un prossimo congiunto» da una limitazione della propria libertà o danno nell’onore. Repubblica scrive oggi che l’indagato si chiama D. Cecconi. Secondo l’accusa si è messo al volante di una Bmw X4 Competition da 120 mila euro. E ha ucciso falciandolo sul marciapiede Emmmanuele Cleber Catananzi, 29 anni. Mentre Sonia tiene il punto: «Ero io al volante dell’auto».


La menzogna

I testimoni l’hanno smentita mentre il figlio è ora indagato per omicidio stradale. Lei però ribadisce: «C’ero io alla guida dell’autovettura. Ci sono i fatti, c’è l’avvocato e il verbale in cui dico che guidavo io». L’avvocato Mario Ariè, legale della donna, conferma che «c’è la tesi del pm e quella della signora. Si vedrà a processo». Lei dice: «Non sto coprendo nessuno. Io non sono l’eroina che cerca di mettere al sicuro il figlio». Poi dice che durante l’incidente «nemmeno correvo. Ero appena partita». Anche se secondo la procura la Bmw viaggiava a 90 chilometri all’ora.


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