Festival di Open, Ariete e la creatività come scintilla: «Quelle critiche a Sanremo mi hanno ferita ma sono stata me stessa» – Il video

La cantante di Anzio sul palco di Parma ha parlato della sua esperienza all’Ariston e del suo rapporto con i suoi fan

«Sono contenta di aver preso qualche critica in più ma di essere passata per quella che sono». Da piazza Garibaldi a Parma, dove è allestito il palco del primo Festival di Open, Arianna Del Giaccio in arte Ariete ha parlato della musica che verrà, come recita il titolo del panel condotto dalla giornalista di Open Ludovica Di Ridolfi e il conduttore radiofonico Carlo Pastore, della sua prima volta a Sanremo e del suo rapporto con i fan. Ma anche di come è nata Mare di guai, che ha portato all’Ariston lo scorso febbraio. E ha ammesso: «Ho guardato per la prima volta Sanremo nel 2021, quando c’era la mia amica Madame, è diventato un programma moderno».


La partecipazione a Sanremo 2023

«La mia musica e la mia voce non sono mai state perfette, e la mia immagine non è mai stata quella di donna cantante italiana. Non mi metto il vestitino e i tacchi, la mia non è l’immagine stereotipata della cantante che ci si aspetterebbe in quel contesto», ha detto la 21enne, «quello che mi ha ferito e fatto storcere il naso è stato ricevere tante critiche, soprattutto da chi di canto non ci capisce nulla. Dopo la prima serata – ero tra Mahmood e Blanco, poi Mengoni, in mezzo io e dopo Ultimo – mi si è spezzata la voce sul ritornello. I critici mi hanno distrutto, anche quelli che il giorno prima mi avevano dato numeri altissimi, dicendomi di prendere lezioni di canto». Ariete sottolinea quindi l’importanza di un palco come quello di Sanremo, che ti fa conoscere al grande pubblico, «intendo quello che ancora non ti conosce», e che più difficilmente perdona. «In carriera non ho mai steccato, ma su quel palco in un attimo sono diventata quella che non sa cantare. Quella roba rimane anche se poi dimostri di non essere così». Ma è un esperienza che rifarà: «Sono andata a Sanremo come vai al caposcuola per la prima volta, con un team di persone che non l’aveva mai fatto. Sicuramente ci tornerò, anche se non l’anno prossimo».


«Mare di guai non mi piaceva»

La cantante ha raccontato come nascono i suoi brani, In particolare quella che ha portato a Sanremo 2023. «Non ho un processo di scrittura, per me la musica è libertà e flusso creativo al 100 per cento. Non riesco a produrre in base a un calendario, non posso andare in studio e registrare dei pezzi: la maggior parte dei miei progetti sono unioni di più demo, magari degli ultimi due anni», ha esordito Ariete, «quando abbiamo deciso di partecipare a Sanremo, avevo già registrato una strofa e un ritornello di Mare di guai, ma a me non piaceva». a convincerla a sviluppare quel brano, Dario “Dardust” Faini e Edoardo D’Erme, in arte Calcutta. «Sono stata in studio con Edoardo per quattro ore e non usciva nulla: loro proponevano ma a me non convinceva nulla», ricorda la cantante, «poi in una pausa Dario mi ha convinto a far sentire la demo di Mare di guai a Calcutta, a lui è piaciuta subito e ci abbiamo lavorato insieme».

La semplicità come chiave

«Quando scrivo una canzone lo faccio sulle mie esperienze, parlo nella maniera più naturale e semplice del mondo, della mia vita, che è qualcosa di abbastanza comprensibile», dice ancora dal palco Ariete, «tutto viene poi ornato dalle mie preferenze musicali.  Ho fatto una vita abbastanza normale, l’unica cosa un po’ diversa è che ho parlato delle ragazze, dell’omosessualità». Nel suo primo Ep tutti i brani sono rivolti a delle ragazze: «Non volevo mentire a quelli che avrebbero ascoltato le canzoni. Perché questa sono io, e non volevo mentire all’ascoltatore: volevo essere sincera dall’inizio».

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