Propaganda no vax in radio, la Rai corre ai ripari: mercoledì una puntata riparatoria. Ma il sindacato non ci sta: «Foa va cacciato»

L’intervento dell’ad Roberto Sergio dopo la bufera per la partecipazione a «Giù la maschera» del medico (sospeso) Massimo Citro della Riva

A Giù la maschera si tornerà a parlare di Covid. Questa volta con Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, e Laura Dalla Ragione, psicologa e psicoterapeuta. Lo ha chiesto l’ad Roberto Sergio al direttore di Radio 1 Francesco Pionati, dopo la puntata “esplosiva” di martedì 19 settembre. L’ex presidente Rai Marcello Foa è finito infatti nell’occhio del ciclone per aver invitato in trasmissione Massimo Citro della Riva, psicoterapeuta sospeso dall’Ordine dei Medici nel 2021 per essersi rifiutato di ricevere la vaccinazione anti-Covid. «Il vaccino causa molti danni. Sono anche (registrati, ndr) in letteratura e sono all’ordine del giorno. Non serve a nulla. È un disastro ed è una volontà evidente di fare del male», ha dichiarato Citro, senza essere interrotto dal conduttore. Citro non è nuovo a queste uscite. Open aveva già dato conto delle sue idee prive di basi scientifiche: dal Covid curabile con le vitamine, al grafene trasmesso sessualmente sino a un improbabile fenomeno Ade nei vaccinati Poi sono arrivate le scuse di Foa e le prese di distanza, ma ormai la frittata era Datta. E così anche le critiche al programma, con Usigrai che ha chiesto l’intervento immediato del direttore bollando come “indegno” quanto accaduto. L’ad Rai ha quindi chiesto la puntata riparatrice: tornare a parlare di Covid ma con altri ospiti. Troppo poco per il sindacato dei giornalisti, che ora invoca il codice etico per chiedere la risoluzione del contratto con Foa: «Prendiamo atto che la Rai e il direttore del Gr hanno preso le distanze da quanto andato in onda oggi nel programma Giù la maschera, condotto da Marcello Foa, un esterno chiamato appositamente per condurre questo spazio. E ora si conclude tutto così? Con una presa di distanza? E il codice etico stavolta non si applica? Quello stesso codice etico già usato con grande sollecitudine per non trasmettere il programma di Roberto Saviano, peraltro già realizzato e pagato».


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