Giorgia Meloni e pizzeria a New York al posto della cena con Biden: «La gente è con me»

La premier: la politica estera non si fa con i ricevimenti e le photo opportunity

La premier Giorgia Meloni risponde sulla pizzeria di New York. Durante il soggiorno per l’assemblea dell’Onu la premier si è infatti concessa una cena al ristorante Ribalta, rinomato per i suoi spaghetti al sugo e gestito dai napoletani doc Rosario Procino e Pasquale Cozzolino. Era presente anche la figlia Ginevra. Ma così ha saltato il ricevimento di Joe Biden al Metropolitan. In più, è stata anche notata la sua assenza durante il discorso di Volodymyr Zelensky e il faccia a faccia (storico) del leader ucraino con Sergej Lavrov. Per questo Matteo Renzi l’ha punzecchiata: «Se in Europa e nel mondo vuoi giocare un ruolo lo devi fare stringendo alleanze, non andando in pizzeria». La replica arriva oggi in un retroscena del Corriere della Sera. In cui Meloni si difende attaccando: «La politica estera non si fa con i ricevimenti e le photo opportunity. La gente normale pensa che io abbia fatto bene».


Il retroscena

Meloni ha chiuso ieri la sua missione americana con un’altra cena. Organizzata dalla rappresentanza diplomatica a New York nella steak house Smith & Wollensky. Ma sulla cena con Biden tiene il punto: «È una falsità che abbia disertato la cena per la pizzeria. Gli orari lo dimostrano». Dice anche che è infastidita dalla «malafede» di chi mette a confronto la sua agenda privata con quella istituzionale. Poi risponde a chi «si permette giudizi senza prima verificare». «Non mi si può dire che non lavoro abbastanza. La cena degli americani era alle 19 di New York e io in pizzeria ci sono andata alle 21, dopo dodici ore di lavoro al Palazzo di Vetro dopo aver saltato il pranzo per i tanti bilaterali e quando il ricevimento di Biden era finito». Poi va all’attacco: «La politica estera non si fa coi ricevimenti e con le photo opportunity. E ritengo che un premier in carica abbia il diritto di decidere le sue priorità».


Polemiche che aiutano Meloni?

La premier è convinta che polemiche come queste la aiutino e basta. Perché «la gente normale pensa che io abbia fatto bene». E sostiene che la sua assenza è stata necessaria a causa degli incontri bilaterali con i paesi africani. «Un lavoro che ritengo faticoso, sì, ma molto utile», aggiunge. Proprio per non perderli ha chiesto ad Antonio Tajani di presentarsi al suo posto al Consiglio di Sicurezza. «L’alternativa per poter intervenire al Consiglio, visto il ritardo di ore che si era accumulato, sarebbe stata far saltare sette incontri bilaterali». Per i quali, sostiene, un premier non si può far sostituire da un ministro degli Esteri. Per questo ha fatto quello che le sembrava «più utile». E quando ha letto di una premier che «scappa e diserta» le sono «cadute le braccia». «Meloni stava lavorando e tenere tutto in queste situazioni non è facile». Infine, al Palazzo di Vetro c’era chi sosteneva che la premier non abbia proprio preso parte al Consiglio. Lei sul volo di Stato si è sfogata con i suoi: «Come ben sapete ero lì dentro. Ho ascoltato il presidente albanese Edi Rama contro i russi e anche Zelensky, con il quale poi mi sono fermata a parlare. C’è pure il video».

Leggi anche: