Smart working anche per gli statali fino al 31 dicembre, ipotesi l’ultima proroga: «Emergenza finita, ora si cambia»

Con le nuove regole sul cosiddetto lavoro agile, il ministro della Pa Paolo Zangrillo chiede un approccio diverso ai dipendenti pubblici che rientrano nelle categorie dei fragili

Fino al prossimo 31 dicembre i dipendenti fragili della Pubblica amministrazione potranno lavorare da casa, dopo la proroga dello smart working deciso nel Consiglio dei ministri di oggi 27 settembre. Il provvedimento del governo concede anche agli statali la possibilità del lavoro da remoto, così come già previsto per i lavoratori privati. Per la proroga dello smart working per gli statali il governo ha stanziato 1,67 milioni di euro, dopo che il Mef ha sbloccato il provvedimento, rimasto in bilico per diversi giorni.


Chi può chiedere il lavoro agile

A poter usufruire dello smart working sono i dipendenti pubblici affetti da patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravita, così come previsto sin dai primi provvedimenti sul lavoro agile nati con l’inizio della pandemia Covid. Tra i destinatari ci sono anche i docenti, che secondo le disposizioni del governo, nel caso usufruiscano del lavoro agile, devono essere adibiti «ad attività di supporto all’attuazione del Piano triennale dell’offerta formativa».


La possibile fine delle proroghe

Quella fino al 31 dicembre potrebbe essere l’ultima proroga, dopo l’ultima arrivata a giugno. «Sono convinto dell’opportunità di dare maggiore attenzione ai cosiddetti fragili – ha spiegato il ministro Paolo Zangrillo – ma ora che non siamo più nella fase emergenziale, serve un differente approccio». Per il futuro il ministero della Pa prevede di regolamentare il lavoro agile come forza di prelazione lavorativa organizzata. Con la nuova disciplina, infatti, ci saranno accordi individuali tra dipendenti e dirigente responsabile «con l’indicazione degli obiettivi da raggiungere e dei risultati collegati».

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