No! I vaccini a mRNA non riducono la risposta immunitaria

Esaminiamo l’ennesimo studio irrilevante pompato dalla propaganda No vax

Tornano a circolare diverse condivisioni Facebook (per esempio qui, qui e qui) dove si sostiene che i vaccini Covid a mRNA causerebbero una Sindrome da immunodeficienza da vaccino (Vaids), perché danneggerebbero le difese immunitarie. Il problema è che tale patologia (formulata negli ambienti No vax con spaventosi richiami all’Aids) non è mai esistita, né esistono studi seri in grado di dimostrare che i vaccini a mRNA portino a una fantomatica immunità negativa.

Per chi ha fretta:

  • Epoch Times cita uno studio che mostrerebbe evidenze di una immunodeficienza da vaccino Covid.
  • Il paper in oggetto è irrilevante per il campione ridotto, l’assenza di controlli adeguati e si basa su dati surrogati.
  • Gli stessi ricercatori non parlano mai di Vaids o di conclamate immunodeficienze.
  • Nessuno ha verificato se i bambini presi in esame avessero effettivamente sviluppato delle infezioni.
  • Gli stessi valori raccolti dimostrano che la vaccinazione Covid protegge eccome.

Analisi

Le condivisioni riportano generalmente testi come il seguente:

Vaccini mRNA COVID-19 Riducono la Risposta Immunitaria ad Altre Infezioni, Possibile Preoccupazione per la Deficienza Immunitaria.
Un recente studio sugli effetti immunitari del vaccino mRNA COVID-19 di Pfizer ha sollevato preoccupazioni riguardo a possibili deficienze immunitarie acquisite dal vaccino.
Il termine “VAIDS” (Vaccine-acquired immune deficiency syndrome) è stato coniato per descrivere questa possibile condizione, sebbene non sia riconosciuta come una condizione medica. Lo studio ha notato una “diminuzione generale nelle risposte di citochine e chemochine” a batteri, funghi e virus non-COVID nei bambini dopo la vaccinazione.
Gli autori suggeriscono che la vaccinazione potrebbe alterare la risposta immunitaria ad altri patogeni, il che è particolarmente rilevante nei bambini che sono esposti a un’ampia gamma di microbi.
Lo studio, condotto dal Murdoch Children’s Research Institute e dal Royal Children’s Hospital di Melbourne, ha prelevato campioni di sangue da 29 bambini prima e dopo due dosi del vaccino Pfizer. Hanno scoperto che la risposta delle citochine ai patogeni non-COVID era inferiore dopo la vaccinazione.
L’articolo fa parte di una serie di studi che suggeriscono una diminuzione della risposta immunitaria dopo la vaccinazione COVID-19. Alcuni esperti suggeriscono che ciò potrebbe predisporre le persone a un rischio maggiore di infezioni e altre malattie.

A volte la fonte di questa narrazione non è riportata, altrimenti si cita il tabloid Epoch Times (già noto per diffondere questo genere di disinformazione) o il sito italiano Renovatio21, che a sua volta rielabora il primo. Lo studio alla base della narrazione parlà degli «effetti immunologici eterologhi della vaccinazione COVID-19 nei bambini», ovvero se proteggesse anche da altri patogeni, per altro senza gruppo di controllo, per evitare di imporre a dei bambini di non essere vaccinati.

I vaccini possono avere effetti benefici fuori bersaglio (eterologhi) – spiegano i ricercatori -, che alterano le risposte immunitarie e proteggono da infezioni non correlate. Gli effetti eterologhi dei vaccini COVID-19 non sono stati studiati nei bambini [prima dello studio in oggetto, Nda].

Vaccini e mRNA e Vaids

Da nessuna parte si parla di una rilevante e pericolosa riduzione della risposta immunitaria, tanto che persino chi condivide questa ricerca in chiave No vax pone le mani avanti, ammettendo che i ricercatori non menzionano mai la Vaids (infatti ricordiamo che non esiste).

Sebbene il nuovo studio – spiega Epoch Times -, pubblicato su Frontiers in Immunology, non utilizzi il termine VAIDS, i ricercatori hanno riconosciuto “una diminuzione generale delle risposte di citochine e chemochine” a batteri, funghi e virus non-COVID nei bambini dopo la vaccinazione COVID-19.

Ma lo studio, basato per altro su un campione di 29 bambini, non riscontra nei bambini vaccinati una immunodeficienza, né hanno dimostrato un collegamento causale tra la vaccinazione (in questo caso con Pfizer (Comirnaty, BNT162b2) e la risposta immunitaria eterologa:

Abbiamo ipotizzato che un altro modo per dimostrare questa associazione potrebbe essere quello di mostrare una relazione “dose-risposta” tra la vaccinazione BNT162b2 e gli effetti eterologhi alterati – spiegano i ricercatori -. Non è stata riscontrata alcuna correlazione coerente tra il titolo anticorpale anti-RBD IgG indotto dalla vaccinazione BNT162b2 a V2 + 28 e le risposte alle citochine. Ciò potrebbe suggerire che i meccanismi che guidano queste risposte potrebbero non essere direttamente interconnessi. […] Attualmente non ci sono dati sugli effetti clinici degli effetti eterologhi correlati alla vaccinazione COVID-19 nei bambini.

Che lo studio non dimostri niente ha provato a spiegarlo anche il Il dottor Andrew Bostom, esperto di ricerca cardiovascolare e professore di medicina in pensione alla Brown University, il quale contattato da Epoch Times ha spiegato che «i livelli di citochine, […] sono solo un indicatore surrogato della risposta immunitaria di una persona,[…] studi di follow-up logici e criticamente giustificati includerebbero la ricerca per vedere se i bambini con livelli ridotti di citochine sviluppassero infezioni».

Uno studio dai pesanti limiti

Epoch Times cita anche i tweet critici dell’immunologo Marc Veldhoen, ma senza mai entrare nel merito, altrimenti avrebbe pubblicato un articolo dal taglio decisamente diverso. L’esperto infatti fa a pezzi lo studio, riscontrando tutti i limiti che avevamo già accennato, che secondo Veldhoen non permetterebbero di fare «affermazioni sugli effetti specifici del vaccino»:

  • Il campione è piccolo;
  • nessun gruppo pre-vaccinazione;
  • nessun altro vaccino o controllo dell’infezione;
  • è anche importante che tutti abbiano ricevuto le 2 dosi di vaccino;
  • nessun dato cellulare, nessun controllo aggiuntivo;

Per altro i dati raccolti confermano che il vaccino funziona!

I primi risultati sono che i bambini hanno risposto come previsto con l’attività immunitaria quando le loro cellule del sangue sono state attaccate con la proteina Spike – continua Veldhoen -. I vaccini hanno fatto il loro lavoro!

Tutte queste precisazioni non compaiono nei lunghi post Facebook che condividono gli articoli in oggetto, lasciando intendere che uno studio mostri evidenze di una insufficienza immunitaria post-vaccino nei bambini, lasciando intendere che i ricercatori non chiamano tale condizione «Vaids» per omertà.

Conclusioni

Lo studio in oggetto non parla di gravi immunodeficienze dovute al vaccino a mRNA di Pfizer. Nulla di quanto riportato dai ricercatori corrisponde al concetto di Vaids, che infatti continua a essere una patologia di pura invenzione, coniata negli ambienti No vax. Il paper ha inoltre notevoli limiti, misurando solo un dato surrogato della risposta immunitaria, ovvero i livelli di citochine, in un piccolo gruppo e senza verificare se effettivamente i bambini hanno sviluppato gravi infezioni.

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