Usa, Biden corre ai ripari dopo lo stop del Congresso agli aiuti a Kiev: «Non possiamo darla vinta a Putin»

Il presidente si appresta a chiamare gli Alleati per inviare un messaggio rassicurante: «Potete continuare a contare su di noi»

Lo shutdown sarà anche stato scongiurato, ma dopo il voto del Congresso americano dei giorni scorsi Joe Biden si ritrova con un nuovo grattacapo a cui pensare: grande come l’Occidente. La legge-tampone approvata da Camera e Senato per evitare il blocco delle attività amministrative negli Stati Uniti non prevede infatti alcun aiuto all’Ucraina. Una formalità? Non è per nulla certo. Le misure di sostegno a Kiev potrebbero essere aggiunte anche in un secondo momento con altre risoluzioni. Fatto sta che, nel dubbio, oggi la Casa Bianca ha preferito cominciare a mettere qualche pezza. «Se Putin pensa di durare più a lungo di noi si sbaglia», ha detto la portavoce Karine-Jean Pierre in un briefing con la stampa. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, non sono soli nel sostegno a Kiev ma fanno parte di «una coalizione internazionale di 45-55 Paesi». Ed è proprio questi Paesi che ora Biden intende rassicurare. Il presidente americano, fa sapere l’agenzia Bloomberg, vuole chiamare gli alleati per garantire che il sostegno a Kiev andrà avanti. La chiamata potrebbe avvenire già domani, martedì 3 ottobre. «Non possiamo in nessun modo smettere di aiutare l’Ucraina contro la brutalità della Russia – si era affrettato a dire ieri Biden dopo il voto al Congresso -. Voglio dire a Kiev e ai nostri alleati europei che potete contare su di noi. Non abbandoneremo l’Ucraina».


Ma se la Casa Bianca corre ai ripari è anche perché a livello internazionale cominciano a sorgere i primi dubbi sul sostegno a lungo termine degli Stati Uniti all’Ucraina. Nel novembre 2024, tra poco più di un anno, ci sono le elezioni presidenziali e l’ala trumpiana del partito repubblicano ha reso sempre più chiaro negli ultimi giorni che l’aiuto militare a Kiev, come minimo, non è una priorità. E se Biden si concentra sul rassicurare gli alleati, è al Dipartimento di Stato americano che spetta il compito di strigliare il Congresso. «Vorrei fare eco alla delusione del presidente per il fatto che, nonostante il forte e duraturo sostegno bipartisan all’Ucraina mentre combatte contro l’invasione russa, la continua risoluzione approvata dal Congresso sabato non includeva il sostegno disperatamente necessario», ha affermato oggi il portavoce Matthew Miller, criticando il documento approvato dai parlamentari. «Se permettiamo a leader autoritari come Putin di fare quello che vogliono ad altri paesi sovrani, allora l’intera Carta delle Nazioni Unite verrà distrutta. E questo – ha aggiunto – sarebbe molto più costoso e pericoloso per il popolo americano».


Credits foto: EPA | Il presidente americano durante il bilaterale con Volodymyr Zelensky a margine del summit Nato a Vilnius (12 luglio 2023)

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