L’autogol degli odiatori del Fact-checking di Open, che cercano di infangarci (e collezionano figuracce)

Secondo Affaritaliani «il “cacciatore di bufale” Puente non risulta iscritto all’Odg. Nuovo fronte dopo il caso Fabbri». L’articolo viene condiviso dall’ex Presidente Rai Marcello Foa, senza verifica

Vi chiedo scusa, ma sono costretto a fare un fact-checking su me stesso. Nella giornata di ieri, 6 ottobre 2023, la testata giornalistica Affaritaliani pubblica un articolo dove mi accusano di non essere iscritto all’Ordine dei Giornalisti, accusando di conseguenza Open e l’editore Enrico Mentana di ritrovarsi «un vicedirettore che non è in regola». L’articolo, a firma del giornalista professionista Giuseppe Vatinno, è stato diffuso via Twitter dal conduttore di RadioUno ed ex Presidente Rai Marcello Foa, scatenando un’ondata di condivisioni e contenuti diffamatori attraverso i vari social network. L’increscioso episodio si ricollega con un filo rosso agli attacchi subiti a seguito di un servizio del programma Le Iene (Mediaset), ad opera del giornalista professionista Antonino Monteleone, sulla vicenda Dario Fabbri di cui parleremo nei prossimi giorni (e allora capirete perché).

Il retroscena, da Puglisi a Le Iene

«Open, il “cacciatore di bufale” Puente non risulta iscritto all’Odg. Nuovo fronte dopo il caso Fabbri» titola l’articolo di Giuseppe Vatinno, già deputato con l’Italia dei Valori noto per un’interrogazione parlamentare sugli alieni. Il giornalista introduce il tema raccontando le attività social del Professore dell’Università di Pavia Riccardo Puglisi (che parla di «sedicente FACT-CHECKING») e del conseguente servizio televisivo di Antonino Monteleone su Dario Fabbri. Questi ultimi, nel corso delle scorse settimane, avevano puntato il dito sulla sezione Fact-checking di Open scatenando una lunga serie di reazioni social denigratorie. Vatinno, dopo la corposa premessa, dichiara di aver «svolto un po’ di Fact checking» sulle mie biografie pubblicate online dove mi dichiaro giornalista professionista.

Alcuni dei tweet di Riccardo Puglisi e di Antonino Monteleone (123456)

A sostegno della sua analisi, Vatinno afferma che il mio nome non compaia nel sito nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. «Quindi Puente non risulta attualmente iscritto all’Ordine» chiosa il giornalista, citando l’«articolo 45 della legge 3 febbraio 1963, n. 69» che «sancisce che “nessuno può assumere il titolo né esercitare le funzioni di giornalista se non è iscritto all’Albo professionale” e a maggior ragione se uno è vicedirettore di una testata preclara». Vatinno sostiene di aver consultato il sito nazionale dell’ODG «provando le diverse combinazioni dei tanti nomi» del sottoscritto («Il suo pomposo nome completo si declina così: David Alejandro Puente Anzil») senza ottenere risultato.

Le reazioni ai tweet di Marcello Foa

L’articolo è stato rilanciato dall’ex Presidente Rai e attuale conduttore di RadioUno. Marcello Foa è stato recentemente citato in un articolo della sezione Open Fact-checking per aver ospitato in trasmissione Massimo Citro, il quale non è stato in nessun caso ripreso dal conduttore per le sue affermazioni prive di fondamento scientifico. Come sua abitudine, citando i casi di InfoWars di Alex Jones e le fantomatiche cene sataniche di John Podesta, Marcello Foa condivide i contenuti ritenuti interessanti senza alcuna verifica, lasciando gli utenti in balia di un contenuto che viene inteso come attendibile. «Se fossero seri dovrebbero chiudere» commenta ad esempio Enzo Pennetta (spesso ospite di Byoblu) al tweet di Marcello Foa.

Alcune delle risposte al tweet di Marcello Foa (1234)

Anche i membri della setta complottista nota come “ViVi” hanno colto l’occasione. «La verità viene sempre fuori a galla…e quando ciò avviene calcolare l’impatto risulta improbabile se non impossibile» scrive il “guerriero” Lionel condividendo una mia foto con una svastica nazista sulla mia fronte.

A seguito della segnalazione da parte di alcuni utenti di un mio tweet del 2021, dove annunciavo il risultato positivo dell’esame orale, Marcello Foa mette le mani avanti con due successivi tweet (12), senza però smentire la narrazione di Affaritaliani: «Resta l’anomalia. Non è chiaro per quale ragione il suo nome oggi non appaia nell’elenco pubblico dei professionisti dell’Ordine». «Un brutto periodo per Open, sembra che abbiano fatto Fact checking su tutti tranne che su se stessi» interviene nuovamente Enzo Pennetta. «Puente ? il re delle bufale…. come faccia Mentana a confidare in un avventuriero mediatico… boh» scrive Ortigia-PR, account utilizzato da Patrizia Rametta.

Alcune delle condivisioni del tweet di Foa contenente il documento dell’esame (12)

Le reazioni social ad Affaritaliani

Su Twitter non mancano le reazioni all’articolo di Affaritaliani. «Parenzo: Puente è il più grande sbufalatore di fakenews, giornalista bravissimo e preparatissimo. Peccato che non sia iscritto all’albo e si faccia fare le peer-review dai colleghi d’ufficio» scrive la «biologa molecolare» Adriana Spappa. «E noi siamo sottoposti a censura da uno che non è neanche giornalista» scrive ancora Patrizia Rametta condividendo il link all’articolo. La diffusione non riguarda soltanto Twitter, come possiamo vedere dal post del canale Telegram LR, Geopolitica e News che, oltre a riportare uno screenshot del tweet di Marcello Foa, scrive: «Questo pagliaccio di Puente è quello che decide cosa è vero e cosa non lo è e decide quali canali sui social possono continuare ad esiste e quali no… Altro ratto di fogna da spazzare via…».

C’è chi, addirittura, insinua via Twitter una falsificazione descrivendo il logo nel documento come «molto impastato». La teoria avrebbe origine da un post Telegram del canale ARSENALE K condiviso da Scenari Economici.

In un post Telegram del canale ValeMameli Sostiene, noto a Open Fact-checking per alcune bufale e collegato all’account Twitter riconducibile a tale Alfonso Isotta secondo quanto dichiarato da Dino Giarrusso, afferma che a seguito del 4 aprile 2023 il mio nome sarebbe sparito dall’elenco dell’Ordine: «Comunque una notizia, ai giornalari, la posso dare. Puente era iscritto qualche mese fa come David Puente Anzil e ora non più. Chiedetevi perché, dopo il 4 aprile 2023 …».

La verifica della mia iscrizione all’Ordine

A seguito della diffusione dell’articolo di Affaritaliani, un collega giornalista mi domanda: «Ma tu non sei iscritto o si?». La risposta era a portata di mano: il mio tesserino e il diploma.

Nel 2020 mi occupai di un particolare episodio riguardo una persona che si definiva giornalista pubblicista. In quell’occasione, il suo nome non compariva all’interno dell’elenco online dell’ODG e nemmeno in quelli regionali. Come ogni giornalista dovrebbe fare, al fine di riportare un’informazione certa e corretta, ho contattato via PEC l’Ordine stesso per avere una conferma o una smentita. In quel caso, la risposta fu chiara e indiscutibile: «Con riferimento alla richiesta in oggetto, si va presente che il signor Francesco LAVORINO non risulta iscritto all’Albo unico nazionale (Professionisti e Pubblicisti) di cui è responsabile, ai sensi del D.P.r. 137/2012, questo Consiglio Nazionale». Questa operazione di verifica non è stata messa in atto da parte del giornalista professionista Giuseppe Vatinno e da Marcello Foa prima di condividere l’articolo di Affaritaliani.

Purtroppo, il mio nome effettivamente non compare nell’elenco del sito nazionale, ma ci sono altre vie per verificare la mia iscrizione senza dover ricorrere a una PEC. Nell’albo professionisti dell’Ordine della Lombardia, nel quale doveva essere fatta la verifica in quanto la richiesta di iscrizione va fatta a livello regionale dove sono istituiti gli albi, basta inserire sia il primo che il secondo cognome «Puente Anzil» per ottenere la risposta desiderata:

In quanto giornalista professionista, sono tenuto a possedere un indirizzo PEC per l’iscrizione all’Ordine. Inserendo il mio nome completo e selezionando “giornalisti” come categoria professionale nel motore di ricerca del sito Inipec.gov.it si ottiene la conferma grazie al seguente risultato aggiornato al 27 settembre 2023.

Per una strana ironia della sorte, nella giornata di oggi 7 ottobre 2023, il sito dell’Ordine dei Giornalisti rende noto il mio corso on demand inserito nella piattaforma Formazionegiornalisti.it. Nel comunicato leggiamo: «I docenti sono David Puente – vicedirettore della testata online Open.Online e Giovanni Battista Gallus – Cassazionista, che da oltre un ventennio si occupa di diritto penale dell’informatica e delle nuove tecnologie. Anche questo corso fornisce 10 crediti formativi».

Per concludere, ho tenuto e superato l’esame orale il 24 novembre 2021 a Roma. Il 26 novembre, due giorni dopo, l’Ordine dei Giornalisti pubblica sul sito l’elenco dei candidati dichiarati idonei nella 133ª sessione degli esami di idoneità professionale per giornalisti. Nel file PDF allegato c’è il mio nome, in fondo a pagina 3.

In ogni caso, e per evitare ulteriori speculazioni, vi informo che ho pagato la quota annuale che noi giornalisti siamo tenuti a versare all’Ordine.

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