Chi sono i due italo-israeliani scomparsi dal kibbutz al confine con Gaza

Lilach Clea Havron ed Eviatar Moshe Kisnis hanno il doppio passaporto. L’ipotesi rapimento

Due cittadini italo-israeliani risultano dispersi da 48 ore. Si tratta di Lilach Clea Havron ed Eviatar Moshe Kisnis, moglie e marito con doppio passaporto. Lo ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con il Tg1 della Rai. «Erano nel kibbutz di Be’eri, non sono rintracciabili e non rispondono all’appello. Ci auguriamo che non siano prigionieri nella Striscia di Gaza», ha detto. Be’eri si trova a pochi chilometri di distanza dal confine orientale dell’enclave palestinese. Sugli italo-israeliani dispersi «la nostra ambasciata, il consolato e l’Unità di crisi del ministero degli Esteri sono al lavoro in contatto sempre con le autorità di Tel Aviv», ha sottolineato il ministro. «Non abbiamo notizie negative su cittadini italiani, soltanto questi due con passaporto israeliano e passaporto italiano non rispondono alle chiamate e non sappiamo dove sono», ha ribadito.


Lilach Clea Havron ed Eviatar Moshe Kisnis

Il kibbutz si trova a 4 chilometri dal confine con Gaza. Vi risiedono un migliaio di persone ed è stato al centro degli attacchi di Hamas il 7 ottobre scorso. L’assalto dei miliziani ha provocato un centinaio di morti, secondo le stime di Israele. Dopo l’attacco sono circolati video che mostrano un commando mentre fa irruzione nel kibbutz. I terroristi rastrellano uomini, donne e bambini casa per casa. L’irruzione dell’esercito israeliano ha consentito successivamente la liberazione di una cinquantina di ostaggi. Molti però mancavano all’appello. Tra loro Lilach Clea Havron ed Eviatar Moshe Kisnis. Il Messaggero scrive che da martedì non rispondono a telefonate dal loro cellulare. Per questo la Farnesina comincia a pensare all’ipotesi di un rapimento. I due hanno doppio passaporto, italiano ed israeliano. Intanto sono in arrivo all’aeroporto di Pratica di Mare i due aerei militari italiani Boeing Kc767.


L’ipotesi rapimento

A bordo ci sono circa 200 connazionali che stanno rientrando da Israele. Secondo le cifre fornite dal ministero degli Esteri gli italiani che vivono in Israele sono 18 mila. Tra questi ci sono un migliaio di giovani di religione ebraica e con la doppia cittadinanza. Alcuni stanno svolgendo il servizio militare. Altri 500 invece sono in visita come pellegrini in Terrasanta oppure risiedono in Israele per motivi di lavoro. Una decina si trova all’interno della Striscia. Nel vertice a 5 tra Biden, Macron, Scholz, Sunak e Meloni i leader hanno espresso preoccupazione per gli ostaggi. Gli Usa non hanno confermato che cittadini americani siano ostaggio di Hamas.

Con o senza ostaggi

Jacob Perry, ex direttore dello Shin Bet, ha detto durante un collegamento con Quarta Repubblica che «Elimineremo Hamas con o senza i nostri ostaggi. Lo stato di Israele non può più permettersi di avere certi vicini». «Penso che Hezbollah entrerà non appena vedrà Hamas in difficoltà», ha detto Perry. Secondo il quale «non ci vuole poco tempo per eliminare un’organizzazione così. Ci vorranno diverse settimane forse anche di più ma dobbiamo chiedere ai nostri cittadini di essere pazienti e aiutare il nostro esercito a fare il suo lavoro». Hamas ha detto che non aprirà i negoziati finché non finiranno i bombardamenti.

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