La polmonite, la trombosi, il decesso: la strana morte di Samuel Dilas a Brescia

Dolori alle gambe prima delle dimissioni. C’è chi ipotizza una patologia congenita

Samuel Dilas, il ventiquattrenne pivot della Virtus LuxArm Lumezzane, squadra di serie B di basket, è morto ieri in ospedale a Brescia. Il giovane, nato a Varese e cresciuto a Reggio Emilia, nelle ultime settimane era stato ricoverato in ospedale per una polmonite. Dopo essere stato dimesso è nuovamente stato ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di terapia intensiva per un malore pare a causa di diversi trombi che si sono diffusi nel corpo. L’atleta era stato sottoposto anche ad un disperato intervento chirurgico.


Il malessere improvviso

Il pivot di 206 centimetri aveva accusato dolori alle gambe poche ore dopo essere stato dimesso dallo stesso ospedale nel quale era rimasto ricoverato due settimane a causa di una polmonite. In carriera Dilas aveva esordito anche in A2 nelle fila di Forlì. Le sue condizioni era apparse disperate già nella giornata di sabato e la famiglia aveva chiesto massimo riserbo in un momento drammatico. Il Quotidiano Nazionale spiega oggi che i medici hanno scoperto un trombo che nel giro di poco si è moltiplicato in più episodi ischemici, poi diffusi a cascata in altri organi fino a raggiungere il cervello. E fino al coma irreversibile. La procura ha disposto l’autopsia. Dilas era sottoposto a controlli periodici che non avevano mai evidenziato problemi. I medici ritengono improbabile una relazione tra la polmonite e la trombosi. C’è chi ipotizza una patologia congenita mai venuta alla luce.


Il cordoglio

Il sindaco di Lumezzane Josehf Facchini ha detto che «in queste ore tanti di noi hanno sperato nel miracolo e auspicato che la situazione volgesse al meglio, ma il destino ha voluto diversamente». Dilas, arrivato alla Virtus Lumezzane nella scorsa stagione, aveva dato un grande contributo alla salvezza. In A2 aveva già esordito nelle fila di Forlì. Il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Giovanni Petrucci ha voluto abbracciare il padre Torsen, la madre Chiara e tutta la famiglia «a nome personale e a titolo della Federbasket».

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